Puntiamo sull’Abruzzo Ecco i pro e i contro del gioco come risorsa

I giochi sono una risorsa, ma non debbono superare certi paletti, altrimenti rischiano di creare problemi alla comunità: di questo e altro s’è discusso la scorsa settimana nel corso del convegno organizzato a Roma da Jea Eventi. Emblematico il titolo, «Scossa nei giochi per il dl Abruzzo», in riferimento alle disposizioni del decreto legge a favore delle popolazioni terremotate. Il governo intende destinare all’Abruzzo almeno 500 milioni provenienti dal settore dei giochi con scadenza annua: giusto, sbagliato? Critico il segretario generale di FederGioco, Ivo Collè: «Era prevedibile che in una situazione come questa si volesse attingere dai giochi nell’impossibilità politica di agire sulla leva fiscale, ma forse s’è esagerato. L’ampliamento delle norme sui giochi non tiene conto delle conseguenze che la proliferazione dell’offerta può comportare sui consumatori». A sua volta Rita Battaglia, vicepresidente di FederConsumatori, sottolinea: «La mia associazione non ha nulla contro il gioco in sé, ma è allarmata dai dati che circolano e di cui anche la Banca d'Italia ha dato conferma. Nello specifico: il 3% del Pil è destinato al gioco con quel che incide sui consumatori. Devo confessare che sempre più spesso riceviamo richieste di informazioni sulle forme di dipendenza. Se vogliamo aiutare le tante famiglie che vivono in povertà, oltre 900mila, dobbiamo monitorare a fondo l'evoluzione del comparto».
Di parere opposto Riccardo Tamiro del Centro Studio Skirmony. «Il gioco in Italia fa numeri importanti. E il decreto ne ha tenuto conto. Le linee troppo restrittive non portano a nulla di buono e non permettono di creare un mercato più sano e competitivo. Mi sembra assurdo valutare il decreto come una sorta di minaccia: la sicurezza, soprattutto nell'online, è garantita dalla tracciabilità delle giocate...».
In sintonia con questo intervento le dichiarazioni di Francesco Ginestra, presidente di Assosnai: «Il nuovo spaventa sempre. Ma bisogna fare un salto in avanti sul piano culturale. L'evoluzione non si può fermare. Da qualche tempo a questa parte il mercato dei giochi è regolato perfettamente. Il dl Abruzzo rappresenta una risposta concreta a esigenze manifestate, non va visto come una sorta di minaccia». In un passo successivo Ginestra, facendo riferimento all’effettiva destinazione del denaro, ha aggiunto: «I soldi andranno sicuramente all'Abruzzo. Aams e Sogei fanno da garanti a questo significativo aspetto sociale dei giochi che andrebbe messo in maggiore evidenza».


Da altra sede interviene con pragmatismo Massimo Cialente, sindaco dell’Aquila: «Se le stime del Ministero, pari a un intervento di 500 milioni annui dal settore dei giochi, saranno rispettate, ne scaturirà un notevole contributo alla ricostruzione. Non sono a conoscenza delle dinamiche che muovono questo settore, mi auguro solo di riuscire in un modo o nell'altro ad aiutare la mia gente. Solo questo mi preme al momento». Come dargli torto?

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