Cultura e Spettacoli

PUPO ALL’INSEGUIMENTO DI BONOLIS

Ma Pupo chi si crede di essere, Bonolis? Guardate con che accanimento cerca di dimostrare di essere ormai più bravo del celebre predecessore. Nello studio di Affari tuoi, specialmente nell’edizione speciale del venerdì, spadroneggia senza più il ritegno delle prime settimane di apprendistato. Sbertuccia il notaio, aizza il pubblico invocando cori ritmati, si sdraia sul pavimento, estorce le confidenze più intime ai concorrenti, fa il cascamorto appena ha di fronte una bella donna, ma è di bocca buona, anche una appena passabile diventa la spalla ideale per i suoi ammiccamenti erotici. Tratta con ricercata insolenza (il «ciambotto») l’invisibile dispensatore di offerte con cui ha un esclusivo rapporto telefonico, finge di disperarsi per un ricco pacco perduto («Mi metterei a piangere»), spara consigli azzardati («Io al suo posto sarei andato avanti»), esulta con esagerata partecipazione, e un italiano artigianale, per una scelta azzeccata («Vorrei tanto che lei torna a casa con i soldi»). L’altra sera Affari tuoi speciale, esteso, come ogni venerdì, all’intero prime time, per dirla in pubblicitese, è stato baciato da ascolti super, ma chissà a quanti ha provocato l’orticaria. Come i frequentatori del programma ben sanno, per sbrigare una pratica normale, ovvero dal primo all’ultimo pacco, ci vuole più o meno mezz’ora. Invece venerdì per liquidare con sessantamila euro, che tra parentesi in tempi di tfr riveduto e corretto non è una liquidazione da buttar via, una tale Elena da Senigallia, allampanata bionda con accentuata propensione alle smorfie, se ne sono andate quasi due ore. Pupo, estasiato davanti alla vezzosa fanciulla, intimava di aprire un pacco e lei restava lì imbambolata a guardarsi intorno senza profferire verbo, né tantomeno numero. Salvo errori od omissioni, il più lungo intermezzo muto è durato sei minuti. Per ritrovare pause così estenuanti, senza scomodare Celentano, occorre riandare a certi film russi o cinesi propinati a notte fonda su Raitre dall’implacabile Enrico Ghezzi. Ma lì si tratta di merce affibbiata a poche migliaia di insonni topi di cineteca, qui no, gli spettatori, presumibilmente poco inclini alle riflessioni prolungate, sono stati quasi otto milioni. Isomma, un clima assolutamente surreale, con la bella Elena, vicina ad arraffare un milione di euro, che si limitava a sgranare gli occhioni azzurri, inframmezzando con un paio di eleganti «porca vacca» quei micidiali silenzi e Pupo che vagando sorridente su e giù per lo studio, con la situazione sempre in pugno, avrà percorso il tragitto di una maratona. Ma per diventare Bonolis ne ha ancora tanta di strada.

Faccia anche lui una trasmissione pasticciata come Serie A o imbarazzante come Il senso della vita e poi ne riparliamo.

Commenti