nostro inviato a Messina
Quei fischi a Zoro a metà del secondo tempo hanno rovinato a Mancini non tanto il compleanno, il 41°, quanto il gusto di avere vinto in trasferta, un successo obbligato visto le affermazioni di Milan e Juve, uno stress in più per un allenatore che in settimana ha scoperto quante rughe e capelli bianchi in più ha per colpa dellInter. Dopo il mercoledì di Champions ecco piovere le accuse della Padania per avere schierato una formazione tutta di stranieri ed ecco ieri lesplosione di amarezza per il fattaccio razzista.
È deluso Mancini: «Purtroppo la verità è una sola: i cretini sono ovunque e in verità non bisognerebbe parlare di loro perché se lo fai è come dar loro importanza perché vedono che tutti parlano di loro. La cosa grave è che in certi momenti ci sia gente che si dimostra poco intelligente. Sei qui per una partita, la stai giocando, tutti sono concentrati su quanto sta accadendo sul terreno di gioco ed ecco che cambia la situazione. Io ero lontano, lì per lì non avevo nemmeno capito da chi era partito il tutto e come, ma conta poco».
Conta la sostanza, grave: «Sì, ho capito che cè intolleranza verso i giocatori di colore. Ce ne sono pure allInter e quando giochiamo in trasferta è facile che diventino bersaglio di offese. Io non parlerei nemmeno di una tifoseria piuttosto che di unaltra. Purtroppo gli stupidi ormai li trovi in ogni stadio in cui vai e sono tutti eguali perché tutto dotati di poca testa».
Che fare? «Io dico che chi in settimana ha fatto delle polemiche contro di noi per esserci presentati senza italiani avrebbe altro di cui occuparsi. Credo che sarebbe più utile per tutti coloro che vivono nel calcio se invece di pensare a questi problemi fasulli, si badasse a problemi autentici come quello evidenziato dal caso Zoro.
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