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Putin toglie la censura in onore dei morti polacchi

RETROSCENA Prima di morire, il presidente Kaczynski si era infuriato con Mosca

Il film che appena una settimana fa aveva fatto parlare di «primo passo» verso il disgelo tra Russia e Polonia, rischia ora di trasformarsi nell'ultimo tentativo di un ravvicinamento che sembra impossibile. Dopo tre anni di censura, «Katyn» - l'atto d'accusa del regista Andrzej Wajda contro il regime sovietico per l'eccidio di 22mila ufficiali e soldati polacchi durante la Seconda guerra mondiale - è stato trasmesso ieri dalla tv statale Rtr Rossija. L'iniziativa mediatica, che cavalca l'onda emotiva della tragedia aerea di Smolensk, è sicuramente un gesto molto eloquente del nuovo corso dei rapporti di Mosca con Varsavia. Nonché di rispetto verso il presidente polacco Lech Kaczynski e le 97 vittime dell'incidente, che sabato si stavano recando proprio a Katyn, per il 70esimo anniversario di quella ferita che in Polonia continua a sanguinare. In una tragica coincidenza, come allora in un sol colpo il Paese ex sovietico ha perso buona parte della sua élite politica, finanziaria e militare. Ma le scene del film proibito di Wajda che entrano nelle case russe in prima serata hanno un significato che va al di là del semplice «omaggio» a una figura politica con cui peraltro i rapporti erano ancora di forte tensione.
La morte tragica di Kaczynski, avvenuta su territorio russo in circostanze da chiarire, ha all'improvviso raggelato i rapporti tra i due eterni nemici, che stavano tentando di mettere da parte rancori e diffidenze reciproci. Su Mosca si addensano nubi di sospetti e, al di là delle dietrologie, ora dovrà rispondere alle richieste di chiarezza da parte non solo di Varsavia, ma anche della comunità internazionale. Così, mentre le inchieste ufficiali e la diplomazia fanno il loro corso più o meno ufficialmente, il Cremlino cerca di pulirsi l'immagine giocando la carta mediatica dall'alto impatto emotivo sull'opinione pubblica. E di lanciare un segnale di buona volontà al governo polacco, con cui tra l'altro sta conducendo importanti trattative nel campo delle forniture energetiche.
«Katyn» era stato presentato per la prima volta sugli schermi televisivi russi lo scorso 2 aprile, nel canale tematico Kultura della tv statale. Era il giorno in cui il premier Vladimir Putin aveva reso noti i dettagli della sua visita a Katyn, dove mercoledì scorso ha partecipato alle celebrazioni di ricordo in compagnia dell'omologo polacco, Donald Tusk. Già in quell'occasione il passaggio sul canale di Stato del film, boicottato per tre anni in tutta la Federazione, era stato letto come «una piccola svolta» nei rapporti bilaterali tra Mosca e Varsavia. Impossibile pensare, infatti, che non fosse stato lo stesso Cremlino ad autorizzarne la messa in onda.
La vicenda di Katyn, nota in Occidente e praticamente sconosciuta per milioni di russi, non è quantitativamente la più efferata delle carneficine del comunismo, ma è stata il laboratorio di una vera e propria "pulizia di classe". Per anni i russi si sono sentiti dire che le fucilazioni di massa e le fosse comuni erano solo opera dei nazisti, che mai un cittadino sovietico avrebbe commesso atrocità di quel genere come riportavano i manuali scolastici, più attenti al patriottismo che alla verità storica. Dopo decenni di menzogne, è Michail Gorbaciov che nel 1990 riconosce apertamente la responsabilità del regime stalinista nel massacro della foresta maledetta. Ma i mea culpa non bastano alla Polonia. Lo stesso Kaczynski, pochi giorni prima di morire, si era infuriato per la blanda presa di posizione di Putin su Katyn, ricordando che Mosca non ha ancora né chiesto perdono, né tolto il segreto di Stato su tutti i faldoni del processo che ha liquidato gli orrori di Katyn come delitti comuni e non un «crimine di guerra».
Forse non bastano neanche i film. Si dice che il presidente russo Medvedev sia preoccupato. Che stia preparando un discorso alla nazione polacca e forse un'ennesima apertura sul dossier Katyn.

Intanto, in segno di lutto, ha cancellato una festa molto sentita in Russia: la giornata della cosmonautica, che domani avrebbe celebrato il volo di Gagarin.

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