Mosca - Le forze russe occupano ancora alcune aree della Georgia. Lo stallo diplomatico e l'incapacità di raggiungere un accordo che accontenti entrambe le parti stanno infiammando la già rovente crisi nel Caucaso. Mosca risponde coi fatti alle condanne di Nato e G7 e testa il lancio di un missile balistico intercontinentale che sarebbe in grado di bucare lo scudo Usa. Putin alza il tiro accusando l'America di nascondersi dietro al conflitto osseto. Accusa che Washington rimanda al mittente definendola "irrazionale".
I timori di Kouchner Con il suo riconoscimento dell’indipendenza di Ossezia del Sud e Abkhazia dalla Georgia, la Russia si è posta "al di fuori del diritto internazionale, e non si tratta soltanto dell’opinione dell’Unione Europea". Dopo aver avvertito che nel mirino del Cremlino rischiano di finire anche altre Repubbliche ex sovietiche, punta il dito contro il governo russo avvertendolo che l'Unione europea potrebbe decidere di imporre sanzioni contro la Russia. "Non possiamo accettare simili violazioni di tutte le norme internazionali, degli accordi sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, delle risoluzioni delle Nazioni Unite e, per la prima volta dopo molto tempo, l’occupazione di territorio in un Paese vicino da parte di un Esercito straniero". Il capo della diplomazia francese, il cui Paese per il semestre in corso detiene la Presidenza di turno dei Ventisette, è tornato ad accusare le truppe di Mosca di aver intrapreso un’operazione di "pulizia etnica", affermando che esistono le prove del fatto che i primi a restarne vittime sono proprio "gli osseti favorevoli alla Georgia".
La replica di Lavrov La minaccia di sanzioni da parte dell’Unione europea è solo una reazione "emotiva" dell’Occidente. Lo ha affermato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, rispondendo al suo omologo francese Kouchner. Le sanzioni di cui ha parlato Kouchner, sono state costruite "solo perché sono turbati dal fatto che il loro cagnolino (la Georgia, ndr) non ha soddisfatto le aspettative di qualche Paese occidentale".
Il sostegno ucraino a Tbilisi Il riconoscimento dell’indipendenza di Abkhazia e Ossezia meridionale, regioni secessioniste georgiane, da parte di Mosca è "inaccettabile" per Kiev. "Ci rammarichiamo della decisione - ha dichiarato il presidente ucraino Viktor Juščenko - È inaccettabile per l’Ucraina ed è per questo che non possiamo appoggiare questa posizione". Sul fronte diplomatico, Mosca deve far fronte alle difficoltà di trovare sostegni alla sua posizione su Abkhazia e Ossezia del Sud: nessun altro Paese ha riconosciuto i territori come indipendenti da quando il presidente Dmitry Medvedev ha firmato il decreto martedì. Persino la Cina, che spesso è dalla parte della Russia nelle dispute diplomatiche, è stata critica nei confronti di Mosca, dicendosi "preoccupata per gli ultimi cambiamenti in Ossezia del Sud e Abkhazia" e facendo appello al dialogo per risolvere la crisi. Il Kazakistan, in genere vicino a Mosca, dice che è troppo presto per pensare al riconoscimento.
L'ingiunzione delle forze Nato I Paesi membri della Nato hanno ribadito oggi la loro condanna per la decisione della Russia di riconoscere le regioni separatiste georgiane dell’Abkhazia e dell’Ossezia del Sud, e hanno fatto appello a Mosca perché faccia marcia indietro. "Il Consiglio Nord Atlantico condanna la decisione della Federazione russa di riconoscere le regioni georgiane dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia e fa appello alla Russia perché faccia marcia indietro sulla sua decisione". Secondo la nota, la decisione violerebbe le precedenti risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu sull’integrità territoriali della Georgia. "Il comportamento della Russia ha messo in discussione il suo impegno per la pace e la sicurezza nel Caucaso".
La condanna del G7 Dopo l'ingiunzione della Nato e il muro alzato dal premier russo Vladimir Putin, anche i paesi del G7 hanno duramente condannato Mosca, membro associato del G8. "Il riconoscimento dell’indipendenza della Ossezia del Sud e della Abkhazia viola l’integrità territoriale e la sovranità della Georgia ed è contrario ale risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sostenute dalla Russia", ha detto pubblicamente accusando la Russia di aver "messo in dubbio il suo impegno alla pace e alla sicurezza nel Caucaso" e deplorando "l’eccessivo uso della forza militare della Russia in Georgia e la sua perdurante occupazione di parti della Georgia". Da qui la raccomandazione dei paesi del G7 al governo di Mosca di "adempiere in pieno i sei punti del piano di pace concordato dal presidente Sarkozy a nome dell’Unione Europea".
Forze Nato in movimento Due navi da guerra statunitensi sono già nel Mar Nero, al largo della Georgia, per manifestare il sostegno Usa all’alleato ex sovietico, e Washington ha ordinato alla nave ammiraglia della Sesta Flotta di dirigersi sull’area, dicendo che porterà rifornimenti umanitari. Mosca ha espresso allarme per il rafforzamento navale nel Mar Nero. "La comparsa di navi da guerra della Nato qui nel bacino del Mar Nero e la decisione di consegnare aiuti umanitari (alla Georgia) usando navi della Nato è qualcosa di difficilmente spiegabile", ha detto ieri sera in una telefoconferenza il portavoce del primo ministro Vladimir Putin. "Speriamo di non vedere un confronto diretto", ha aggiunto. La Nato oggi ha negato di stare rafforzando la propria presenza nel Mar Nero: "Di certo non c’è un rafforzamento della Nato nel Mar Nero", ha commentato il comandante Keven McHale.
I missili russi Il numero due dello Stato maggiore russo, il generale Anatoly Nogovitsyn, ha parlato di 18 navi della Nato che si trovano già o sono attese nel Mar Nero, e ha definito "diabolico" il ricorso alle navi da guerra per consegnare aiuti alla Georgia. Immediata la reazione della Marina russa che ha inviato l’ammiraglia della flotta del Mar Nero nel porto abkhazo di Sukhumi. Non solo.
Il governo di Mosca ha anche dato il via libera per effettuare il test di lancio per un missile balistico intercontinentale. Secondo il ministero della Difesa la testata sarebbe in grado di "bucare" lo scudo americano, la cui dislocazione è prevista in futuro con basi in Europa orientale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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