Al Qaida: saudita il mancato kamikaze di New York

Fausto Biloslavo

Il ventesimo uomo dell’attacco alle Torri Gemelle è un terrorista saudita ucciso nel 2004, dopo aver scaricato presso una stazione di benzina di Riad il corpo decapitato di un ostaggio americano. Lo giura su Allah il comando di Al Qaida rendendo noto su internet un comunicato che fa il nome del dirottatore mancato dell’11 settembre: Turki bin Fheid al-Muteiri. Un tagliagole responsabile dello sgozzamento del cuoco italiano Antonio Amato e altri 21 ostaggi, durante l’assalto al centro residenziale Oasis della cittadella petrolifera saudita Al Khobar.
Se fosse vero sarebbe scagionato Zacarias Moussaoui, il francese di origine marocchina, condannato all’ergastolo negli Stati Uniti, il 4 maggio scorso, perché accusato di essere il ventesimo kamikaze, che non riuscì a partecipare all’attacco. Moussaoui si era inizialmente assunto la piena responsabilità dell’attacco a New York, ma poi aveva cambiato idea, anche se il giudice americano non ha ritenuto rilevante la sua marcia indietro respingendo il ricorso. Il 24 maggio lo stesso Osama Bin Laden lo scagionava, in un video, sostenendo di aver reclutato personalmente tutti gli attentatori dell’11 settembre. Ieri è apparso il comunicato che svela, parola di al Qaida, l’identità del dirottatore mancato. «L’operazione di Al Khobar (la strage di stranieri del 2004 in Arabia Saudita, nda) - si legge nel testo ­ è stata eseguita da quattro eroi dell’islam, tra i quali c'era l’emiro Turki bin Fheid al-Muteiri (Fawaz al-Nashmi), Allah lo accolga come martire, che in precedenza era stato scelto dallo sceicco Osama Bin Laden per essere il kamikaze numero 20 dell’attacco dell’11 settembre del 2001. Non era quindi stato scelto il fratello Zacarias Moussaoui, che non ha alcun rapporto con l’attacco dell’11 settembre». Per non lasciare spazio a dubbi il comunicato dei terroristi spiega che la data dell’attacco agli Stati Uniti «è stata anticipata per alcuni motivi chiariti dal fratello Mohammed Atta (il capo del commando dell’11 settembre nda) al comando generale attraverso il fratello Ramzi bin al-Shaibah, che Allah lo liberi dalla prigionia». Quest’ultimo era una dei pianificatori degli attentati contro gli Usa catturato in Pakistan nel 2002 e trasferito a Guantanamo.
In pratica l’anticipazione dell’attacco all’America ha tagliato fuori il ventesimo terrorista. Il comunicato di al Qaida aggiunge che «Allah non ha prescritto il martirio per Turki (l’11 settembre nda) assieme ai suoi 19 fratelli, ma nell’isola panarabica, nel quartiere di Al Melz in Riad, due anni fa».
Al Muteiri fu ucciso in un violento conflitto a fuoco con l’antiterrorismo saudita nel giugno del 2004. Assieme ad altri cinque terroristi si era appena liberato del corpo decapitato dell’americano Paul M. Johnson, rapito una settimana prima. La testa mozzata dell’ostaggio era stata tenuta in frigorifero dal capo della sanguinaria cellula saudita di al Qaida, Abdul Aziz Al Muqrin, anche lui rimasto poi ucciso nello scontro a fuoco. Mentre scaricavano il corpo dell’ostaggio dal baule di un’automobile, qualcuno prese il numero di targa e nel giro di poche ore Al Muteiri e il resto della banda furono individuati grazie ai satelliti Usa. Anziché arrendersi i terroristi cominciarono a sparare all’impazzata e furono eliminati.
Al Muteiri aveva guidato l’assalto al centro residenziale Oasis di Al Khobar nel maggio 2004, prendendo in ostaggio un centinaio di stranieri. Fra questi, il cuoco italiano Antonio Amato, che con un coltello alla gola era stato costretto a parlare al telefono, in diretta, con la televisione araba Al Jazeera. Amato aveva chiesto inutilmente pietà: i terroristi di Al Qaida non lo risparmiarono e lo sgozzarono assieme ad altri stranieri.
Il ventesimo uomo è stato personalmente reclutato da Bin Laden al quale Khalid Sheik Mohammed, catturato dai pakistani con l’aiuto della Cia, aveva sottoposto una lista di aspiranti suicidi.

Questo significa che Al Muteiri ha incontrato il capo di Al Qaida in Afghanistan. Come il suo capo Al Muqrin, che aveva solo 33 anni, e gran parte dei terroristi della cellula saudita, il dirottatore mancato dev’essersi addestrato nei campi di Al Qaida afghani durante il regime talebano.

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