Adesso è indagata anche la moglie di Calisto Tanzi, Anita Chiesi, per i dodici quadri nascosti nel seminterrato. Ventisei opere d'arte sono state sequestrate pure alla figlia Francesca Tanzi, che ebbe cariche in varie società del gruppo Parmalat. Il cavaliere ha sempre tentato di tenerle fuori dai suoi guai giudiziari, in realtà aveva chiesto aiuto a entrambe per preservare quel che restava del tesoro di famiglia. Francesca Tanzi rischia: aveva patteggiato 4 anni, come ex dirigente di Parmatour, era in libertà grazie all'indulto. Venisse riconosciuta colpevole di altri reati, potrebbe tornare in carcere.
In una settimana sono state recuperate 61 opere. Sedici sono state poste sotto sequestro giovedì notte, tre a Rovereto e tredici con il blitz della Gdf nella villa di Tanzi, alle porte di Parma. Quattro dipinti sono stati portati in procura: un paesaggio notturno di Segantini, un Kandinsky, uno Chagall considerato molto interessante e una figura di donna di Boccioni. Le altre dodici opere sono rimaste nel seminterrato della villa, sequestrate ma affidate in custodia al cavaliere e alla moglie, nonostante sia ufficialmente indagata. Sono venute fuori anche cinque sculture e un'anfora di epoca romana. Le opere saranno tutte prese in carico dalla sovrintendenza ai Beni culturali di Parma, in attesa che siano valutate pure le 19 sequestrate la scorsa settimana. L'idea è di metterle in mostra e donare il ricavato all'Ospedale dei bambini voluto dall'associazione Noi per loro.
Le Fiamme gialle sono entrate in azione verso le 23, perquisendo la villa di Fontanini di Vigatto fino all'alba. Uno dei due quadri di Boccioni è stato consegnato dal genero di Calisto Tanzi, Stefano Strini, marito dell'altra figlia Laura, che lo teneva in casa propria. Sono dipinti e disegni di artisti contemporanei e del secolo scorso, comunque meno pregiati rispetto ai primi ritrovi. «Giravano molti quadri appartenenti alla famiglia Tanzi - dice il procuratore Gerardo Laguardia -, si è rotto un mattone nella diga del silenzio».
Attraverso amici e parenti più lontani la famiglia cercava di vendere le opere sottratte al fallimento del 2003. Coordinata dai sostituti Vincenzo Picciotti e Lucia Russo, la Finanza ne cerca altre: la Procura invita chi le abbia o sia in possesso di informazioni a fargliele sapere, per evitare di incappare in reati. I quadri andranno a garanzia delle pretese avanzate dalle migliaia di risparmiatori truffati, è pure l'opinione di un sondaggio di Sky Tg24, secondo il 95% degli intervistati. Nessuna dichiarazione ufficiale sul numero degli indagati, salirà con il passare dei giorni: fra questi c'è un mediatore della Versilia in contatto con un misterioso acquirente russo per la vendita del Monet sequestrato una settimana fa. Viene da chiedersi perché ci siano voluti sei anni per scoprire il tesoro sempre negato dal cavaliere. «Dopo il 2004 - spiega il procuratore Laguardia -, la finanza non ha più eseguito perquisizioni. All'epoca furono sequestrati tutti i dipinti e i beni di valore trovati nell'abitazione, poi vennero rissequestrati perché Tanzi dimostrò che appartenevano alla moglie». Le opere sequestrate ora sono ovviamente differenti rispetto a quelle rinvenute all'epoca.
Le tre prelevate a Rovereto (Segantini, Kandinsky e Chagall) sono state trovate giovedì pomeriggio nell'abitazione di un mercante d'arte, Paolo Dal Bosco. Mercoledì notte Gdf e carabinieri avevano effettuato una perquisizione controllando la documentazione relativa agli acquisti e sono tornati per il sequestro.
«Dal punto di vista giudiziario - si difende Dal Bosco - non sono indagato dalla Procura di Parma per riciclaggio. Chiarirò con il magistrato la mia estraneità all'eventuale accusa di ricettazione per le tre opere avute da parenti stretti del cavaliere.
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