«Quand’ero naufrago sull’Isola la invocavo e scrivevo per lei»

MilanoMa Cristiano Malgioglio è anche altro. Soprattutto altro. In tanti lo riconoscono come opinionista tv, pungente e disincantato. In realtà è uno degli autori più brillanti della nostra canzone, capace di testi eleganti eppure incisivi, poetici e sempre lì, pronti a scendere fino in fondo all’animo e a rimanerci. «Preferisco scrivere per le donne perché quando penso a un testo viene fuori la mia sensibilità femminile», dice. Milva e Iva Zanicchi. Patty Pravo e Ornella Vanoni. Ma soprattutto Mina che, ça va sans dire, è «la più grande di tutte» ma pure «una cantante di cui mi sono innamorato subito, sin da quando si chiamava Baby Gate».
Caro Malgioglio, è troppo comodo dire così.
«No, è vero. Ero ragazzino. Mi ricordo un giorno che da scuola ho sentito una sua canzone che aleggiava nell’aria. Sono scappato, sono andato a casa e ho abbracciato la radio che la trasmetteva».
Che cosa le regala oggi per il suo compleanno?
«So che non le piacciono i fiori tradizionali. Così le mando un mazzo di fiori di campo che ho scelto in un giardino di Como».
Come l’ha conosciuta?
«Attraverso la sua amica Dori Ghezzi (che io presentai a De André). Dopo vari tentativi, un giorno la incontrai davvero, vidi questa donna alta, bellissima. Mi attaccai alla sua gonna e lei mi diede un appuntamento: “Ti vedo domani alle 9, sii puntuale”. Arrivai alle 10 meno un quarto. Le feci ascoltare alcune cose mie, ma ero emozionatissimo e lei mi prese in giro per tutto il tempo. Allora le promisi: entro un mese avrò scritto qualcosa perfetto per te».
Risultato?
«L’importante è finire».
Ma è vero che il titolo originale era «L’importante è venire»?
«No, è una leggenda. L’ho scritta io, lo saprò o no? È una canzone ancora attuale».
Poi lei scrisse ancora tanto per Mina.
«Giuro di dirti la verità, Marrakech, Sogno, Amante amore. E Ancora ancora ancora. La cantò anche quella sera alla Bussola prima di ritirarsi. Era molto nervosa, fumava una sigaretta dietro l’altra. Prima di salire sul palco si fece il segno della croce».
Perché?
«Glielo chiesi anch’io: “Per me è sempre come se fosse la prima volta, sono terrorizzata”. Quasi mi ordinò di rimanere sotto palco perché aveva paura di dimenticare il testo. Ma quando fu il momento giusto, non mi vide e, infatti, nella registrazione si sente che mancano alcune strofe».
Poi però tra voi silenzio per vent’anni.
«Non avevo più niente da offrirle. E poi sono un timido, non mi andava di offrirmi a tutti i costi».
L’anno scorso il ritorno.
«Con due pezzi. Uno è Questa vida loca. Un giorno ero in Spagna, mi squilla il telefono e una voce mi dice: “Sono Mina Mazzini”. Io non ci credetti e risposi: “Sì, e io Anita Garibaldi”. Invece era proprio lei. Disse che avrebbe cantato il mio pezzo».
E l’altro?
«È Carne viva. Ne farà anche una versione Jennifer Lopez, le ho fatto avere il testo quando è venuta al Festival di Sanremo. Quella canzone mi è nata quasi per caso mentre ero all’Isola dei Famosi. Accendevamo il fuoco, io scrivevo frasi su di un foglietto. Poi la pioggia cancellava le parole. Quando mi trasferii nell’isoletta vicina, ero così disperato che iniziai a urlare: “Mina! Mina!”. Sua figlia Benedetta mi ha raccontato che lei era in casa, nella sua cucina, e disse: “Guarda Cristiano come mi sta implorando”. Mina è dolcissima e geniale».
Ma Paolo Limiti dice che non ha mai avuto buon gusto nello scegliere le canzoni.
«Ha sbagliato, mi dispiace che Paolo abbia detto una cosa del genere. Mina potrebbe cantare qualsiasi cosa perciò piace a tutti. Mi ricordo una cena a casa di Sofia Loren in cui Michael Jackson ammetteva di essere pazzo di lei».
Malgioglio, scriverà ancora per Mina?
«C’è una canzone bellissima, scritta con Aldo Busi.

Un testo meraviglioso, da Grammy Awards. Gliela abbiamo proposta, a lei è piaciuta ma aveva già chiuso le registrazioni. Il figlio Massimiliano mi ha garantito che sarà nell’album del prossimo anno. La sentirete, è favolosa».

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