Bella, anzi bellissima. Bella da sogno, a volta anche da incubo. Bella da far male, anzi di più: bella da farsi male. Forse solo larte può interpretare la complessità e il senso di ciò che sintende oggi per «bellezza». Lontana dalle idee che la associavano al vero, o al semplice, o al naturale, il concetto di bellezza si sporge sul vuoto vertiginoso dellartificio. Bella per forza, a costo di digiuni che assottigliano il corpo, a costo di interventi di un gelido bisturi, affilatissima bacchetta magica dacciaio. E il passo tra lo svuotamento, la manipolazione e la mostruosità è breve.
Una mostra darte contemporanea, interessante ed inquietante, allestita al Palazzo delle arti (Pan) di Napoli, fa riflettere su tutto questo. Si chiama «Dangerous beauty», bellezza pericolosa, appunto, è curata da Manon Slome in collaborazione con il Chelsea Art Museum di New York e raccoglie opere di ventotto artisti: Nelly Agassi, Beth B, Sergej Bratkov, Nicola Costantino, Jacob Dahlgren, Davis & Davis, E. V. Day, Martin C. de Waal, Daniella Dooling, Ruud van Empel, Sylvie Fleury, Anna Fusco, Lauren Greenfield, Margi Geerlinks, Kirsten Geisler, Micha Klein, Paul Knight, Rachel Lachowicz, Assi Meshulam, Marilyn Minter, Joshua Neustein, Erwin Olaf, Orlan, L.A. Raeven, Rosy Rox, Gae Savannah, Joan Semmel, Joseph Stashkevetch.
Lavori sullannullamento delle specificità, sul femminile sempre più caricaturalmente femminile e sul maschile sempre più marcatamente femminile. Inseguimento di canoni diffusi e impoverimento di personalità, omologazione allimmagine comune, perdita dellunicità, dellintensità, del fascino. E dallaltro lato della linea vacue vanità, giusto al limite dellaberrazione.
Gli artisti esprimono tutto ciò attraverso opere concettuali. Sylvie Fleury presenta un video incentrato sul divertimento femminile per eccellenza: lo shopping. La trasformista Orlan, che sin dagli anni 60 studia la costruzione dellidentità femminile intervenendo su se stessa con infiniti cambiamenti per aderire ai dettami che la civiltà occidentale di volta in volta impone, immortala sequenze del suo viso livido, contuso, ripugnante nel periodo post operatorio (chirurgia estetica, ovviamente).
Avvezza al lettino del chirurgo è anche largentina Nicola Costantino che vi si reca per una liposuzione i cui resti - il grasso asportatole - finiscono per costituire un Savon de Corps creato sulle sue forme e che unaccattivante pubblicità invita a consumare. Ai corpi che si mantengono giovani con il bisturi fanno eco quelli raccontati da Erwin Olaf - olandese, classe 1959 - che, decaduti, rispolverano gli antichi fasti calzando audaci mise. Audace, o meglio improbabile è anche il corpetto - Camisole - di Daniella Dooling che invita a una riflessione sulle restrizioni che il mondo della moda impone (il suo corpetto è formato da 10mila unghie finte).
La bellezza come sinonimo di malattia e sofferenza è al centro del lavoro di Lauren Greenfield che con le sue foto ricorda il dramma delle morti per anoressia, lo stesso disturbo che caratterizza The Ralphs, la famiglia giocattolo di Davis&Davis in cui Dad, Mom, Sis e Baby si avvicendano al bagno per vomitare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.