Si discute di sicurezza ogni qualvolta accadono episodi di violenza di notevole risonanza. Naturalmente il tutto viene affrontato da tutti nessuno escluso, responsabili o no di quel settore della vita pubblica nazionale con ricette varie, per guarire o quasi da simili momenti. Così si ha modo di sentire, nel campo delle opinioni, che per risolvere o quasi tale problema sia necessaria sul territorio la presenza dei militari dellesercito assieme ai Carabinieri, Polizia e Guardia di finanza. Altri si esprimono dicendo che lunico modo affinché non accada niente di violento, sarebbe utile educare le persone sociologicamente e dedicare molto più spazio alla cura dellambiente in cui si vive. Non tralasciando niente affinché ognuno possa sentire meglio i valori della vita. Quei valori che ci permettono di vivere ed affrontare la vita stessa nel rispetto civile di una convivenza reciproca e necessaria, così da poter affrontare ogni giorno con la serenità e la tranquillità utile a far sì che la nostra persona possa sentirsi nel bene. Parte integrante dellesistenza. Così dovrebbe essere a parere di tanti. Purtroppo così non è. Ed analizzando tutto questo si ritorna a rivedere cose del passato in cui si viveva con più sicurezza, in cui tanti episodi non accadevano come ai tempi nostri. Forse perché nella sicurezza del territorio vi era una forma diversa di prevenzione. Forse perché i valori nelle persone erano più sentiti? Forse perché si aveva rispetto di più nelle cose, nelle persone, nellambiente?
Non saprei.
Con la mente ritorno al passato di quella che è stata la mia quarantennale esperienza nellArma dei Carabinieri, esistenza trascorsa per la maggior parte nei cosiddetti reparti operativi e più precisamente in quella che considero la «cellula» importante della «Benemerita» il comando di stazione. Senza naturalmente nulla togliere di importanza a tutti gli altri reparti speciali.
Un comando stazione che aveva e ha come prerogativa principale nei servizi esterni quello della prevenzione, con le sue pattuglie e perlustrazioni nei centri abitati e nelle periferie. Con i compiti collegati ad esso, di vigilanza e osservazione.
Si aveva modo nellarco delle ventiquattrore di avere un quadro esatto o quasi di quanto accadeva, di quanto era il vivere della gente in tutto il territorio di competenza e la gente si sentiva tranquilla, nella sicurezza del suo vivere. Adesso con i tempi la «stazione» dei carabinieri in particolare sia quella urbana, come quella capoluogo ed in particolare la «distaccata» hanno perso non poco della loro caratteristica di presenza esterna attiva nel territorio nellarco delle ventiquattrore, il tutto per mancanza di organico. Sostituita in parte o in tutto dal Reparto mobile.
Adesso sul luogo del delitto si arriva a sirene spiegate e le prove del delitto si hanno con le analisi di laboratorio più che da quelle dei testimoni. Penso che anche in passato senza lausilio della tecnologia si aveva modo di risolvere i casi di polizia giudiziaria usando dinanzi ad un «delitto» o «crimine» commesso, il ragionamento, lintuizione e limmaginazione, anche se si arrivava in bicicletta.
E allora? Fare in modo di riavere quella presenza dei carabinieri non sarebbe male. Naturalmente occorrerebbe che le «stazioni» fossero dotato di un organico sufficiente dando così al maresciallo comandante di poter disporre con i suoi uomini di una presenza attiva nel suo territorio così da poter prevenire compatibilmente con tutto, ogni reato che avesse modo di essere perpetrato nel luogo della sua giurisdizione.
Naturalmente tutto questo qualcuno potrà dire ed obiettare che non sarà sufficiente per arginare il momento negativo sulla «sicurezza» che stiamo attraversando. Forse proporranno altri metodi, altri sistemi, altre misure. Forse in questo modo riusciranno ad ottenere qualche risultato. Anche se io rimango scettico.
* maresciallo che ispirò
i racconti di Mario Soldati
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