Quando i cinefili erano eroi

Voi non sapete, cinefili esuli dalla Mostra di Venezia, che impresa ar­dua era andare al cinema da noi

Voi non sapete, cinefili esuli dalla Mostra di Venezia, che impresa ar­dua era andare al cinema da noi.
Prima di entrare si chiedeva al bigliet­taio la trama e il giudizio sul film, come se il poveretto fosse il regista o un critico. Ricordo una volta, per telefono, «Che film date»? «La tana della volpa rossa» ri­spose fiero il cassiere.

Si entrava in sala anche a metà film e si chiedeva al vicino: chi è il giovane? Ove giovane stava per protagonista. Seguiva il goffo sunto della trama fin lì.
In sala c’erano i Replicanti che vedeva­no i­l film quattro volte e all’ultima antici­pavano
le battute, con frequenti risse con chi li zittiva perché «dobbiamo capi­re il film».
C’erano i Ruminanti che masticavano i pop corn dell’antichità:lupini,semi,fa­ve arrostite o addirittura chele di gran­chi o pelose, sputando le bucce.
I Dormienti venivano al cinema solo per sognare, ma erano svegliati brusca­mente se russavano o se accasciavano la testa sulla spalle dei vicini.
I Viscerali, poi, venivano per digerire con tutti gli orifizi a disposizione, cau­sando litigi anche maneschi.

E gli Infetti­vi, d’inverno catarrosi con espettorazio­ni stereofoniche e d’estate portatori di zoccoli dall'aroma insopportabile.

Se si faceva un esame istologico di quei legni pedestri o si recuperava la loro scatola nera, si trovava un estratto micidiale di sudore, sporcizie, ortaggi e pesce affeti­sciuto (putrefatto). Temibile l'odore di sfricone alle cipolle, con esalazioni leta­li.
Chi andava al cinema in quelle condi­zioni era davvero un cinefilo, altro che Venezia.

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