«Quando i giornali fanno male»

«Quando i giornali fanno male»

L’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, «bacchetta» giornali e giornalisti, invitandoli a «stare attenti alle parole che si scrivono, oltre che a quelle che si dicono, perché possono far male alle persone».
L’esternazione del porporato arriva in margine a un incontro con i rappresentanti della stampa che, a un certo punto, gli hanno chiesto un giudizio sull’inchiesta sulle mense che ha investito i vertici del Comune, ma ha chiamato indirettamente in causa anche il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone e lo stesso Bagnasco.
«Il millantato credito - aggiunge l’attuale arcivescovo di Genova, richiamandosi anche alle voci sul suo predecessore - è una cosa che esiste sempre e purtroppo esisterà sempre».
Il riferimento del prelato è chiaro e va alle trascrizioni delle intercettazioni telefoniche, pubblicate diffusamente sulla stampa quotidiana e periodica, nelle quali alcuni indagati dell’inchiesta genovese su tangenti e appalti hanno fatto i nomi di Bertone e Bagnasco.
In tema, Bagnasco ammette che sia «difficile sintetizzare un’enciclica in un articolo», ma «neanche si possono accettare le procomprensioni da parte dei media».

In tema di comunicazione - conclude l’arcivescovo di Genova allargando il suo ragionamento all’intero sistema dell’informazione - «tutti siamo convinti della grande responsabilità che i mass media hanno in ordine alla formazione della cultura: auspico che prevalga il positivo nella comunicazione delle cose, non perché vogliamo chiudere gli occhi davanti alla realtà, nella quale c’è anche una schiuma negativa, che esiste ma è appunto schiuma. Sarebbe auspicabile dare un’informazione più attenta a ciò che di buono c’è e che dovrebbe essere riconosciuto».

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