Il primo della lista nera stilata da Odifreddi è stato Papa Benedetto XVI per il suo asserire che il relativismo è il più grande male del mondo, quando, secondo il docente-attore, il relativismo è una conseguenza intrinseca alla stessa matematica e dunque alla base di un approccio razionale allo studio del mondo e dell'Universo. Peccato che pochi giorni fa, alla conferenza di matematica e filosofia «I paradossi della scoperta scientifica: scienza, filosofia e senso comune in conflitto?», sempre nell'ambito del Festival della Scienza, si giungesse a conclusioni ben diverse circa il relativismo e, senz'altro, più oggettive di quelle sentite sul palcoscenico della Tosse. E all'onorevole Marcello Pera, che qualche mese fa si era preso il lusso di difendere la posizione del Papa, Odifreddi rivolge parole irridenti: «Pera è un cognome che deriva dal latino e vuol dire sciocco. Quanto mai appropriato per il fu, per nostra fortuna non più, presidente del Senato».
Anche l'interessante parte storica riferita all'abiura di Galileo Galilei e al metodo scientifico da lui introdotto è stata inficiata da pesanti accuse verso l'autorità ecclesiastica: «I mezzi della santa inquisizione sono cambiati, ma i metodi sono sempre gli stessi anche oggi!». E ciò dicendo ha citato quelli che, secondo lui, ne sono i principali propugnatori: lex cardinale Ratzinger e lattuale cardinale, e Segretario di Stato, Bertone. La polemica con la curia genovese, in particolare, va avanti da qualche anno, da quando Bertone aveva espresso delle perplessità su alcuni interventi del Festival; é aumentata di tono con le parole di qualche giorno fa di Monsignor Angelo Bagnasco sul suo non voler partecipare al Festival in quanto troppo laicista.
«E chi lo ha invitato?» ha gridato durante lo spettacolo uno scatenato Odifreddi a cui hanno risposto degli applausi ironici di cui lui stesso si è accorto con un certo risentimento.
Ma non si creda che le polemiche siano solo in ambito cattolico (per quanto qui non mancano davvero): uno dei momenti dello spettacolo è dedicato ad una ipotetica intervista con il Dalai Lama, dapprima elogiato perché fa studiare logica ai suoi adepti per 5 anni, poi irriso perché «è un povero monaco, troppo occupato in questioni senz'altro più importanti per potere venire qui
» e criticato perché crede nella reincarnazione. «Ma almeno con lui ho potuto parlare di logica, con quello di Roma che ben sapete
cosa volete che ne sappia? Per lui conta solo ciò che sta lassù». E giù altre critiche al Vaticano.
Forse il discorso verrà ripreso quest'oggi alle 10 alla sala Maestrale del porto Antico dove si terrà la conferenza dello stesso Piergiorgio Odifreddi «La prova matematica dell'esistenza di Dio di Kurt Goedel». Vedremo se anche qui prevarrà l'impertinenza anziché l'oggettività della Scienza.
Andrea Macco
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