Gianandrea Zagato
da Milano
«Dal mio "18 metri" non è mai sceso un passeggero, dopo aver scoperto che alla guida ci sono io». Rita Morga non ha dubbi, anzi. «Capita sempre più spesso che scattano i complimenti prima della discesa, vuoi per la guida "dolce" o "sicura" oppure per la disponibilità». Sintesi di nove anni di guida sugli autobus dellAzienda tramviaria milanese, con in tasca la patente categoria E e, «ne vado fiera», tanto di Cap che le consente di stare al volante di un mezzo pubblico.
Rita ammette però che cè ancora chi resta a bocca aperta quando saccorge che a dribblare nel traffico della linea 73 non cè un uomo. «Anziani, generalmente. Restano pure con gli occhi fissi al volante e attenti a ogni manovra. Sfiducia? Credo piuttosto la sorpresa, nonostante sui cinquemila e passa autisti dellazienda ci siano ottantatré donne e, quindi, non è certo una novità per i milanesi». I «problemi» sono solo con «certi» automobilisti, quelli che «pretendono daver sempre ragione, anche se passano col rosso o intralciano il traffico» ma, confida Rita, sono «i reduci della categoria che ancora declama quel detto "donna al volante, pericolo costante".
Ma, attenzione, cè il marito di Rita, anche lui autista di Atm, che fa eccezione: «Non so perché ma quando siamo sulla nostra automobile, lui vuole sempre stare alla guida. Chissà, forse, per scaramanzia».
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