Quando i tribunali diventano efficienti

L’eccezione a una giustizia lenta e burocratica è rappresentata dal caso di Antonio Di Pietro. Solo 13 giorni sono infatti serviti al pm Amato per leggere il discorso incriminato del 28 gennaio di Tonino e sancire così che fu «critica espressa in forme continenti». Con estrema celerità la Procura di Roma ha chiesto quindi l’archiviazione della denuncia fatta a fine gennaio dall’Unione delle camere penali contro Di Pietro. Quel «silenzio mafioso» di cui ha parlato il leader dell’Italia dei valori nell’arringa a piazza Farnese, poco dopo aver esplicitamente criticato i troppi «silenzi» di Giorgio Napolitano, non era riferito all’inquilino del Colle ma a lui stesso. Ma quello che sorprende è soprattutto la velocità. Tempi da record, da Paese civile, fosse sempre così la giustizia italiana.

Fosse sempre così e per tutti, non ci sarebbero tante vittime ancora in attesa di giustizia. Come il caso della ragazza ucraina: quasi uccisa a luglio. Violentata e poi selvaggiamente picchiata. Il gip non ha ancora trovato il tempo di ascoltarla. E i suoi assalitori sono ancora fuori.

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