La presunzione dinnocenza dovrebbe essere la colonna portante del nostro ordinamento giudiziario. E invece, come spesso accade, per la stampa di sinistra dipende dal colore politico dellindagato. Il caso delle Cinque Terre è emblematico: il presidente del Parco nazionale ligure famoso in tutto il mondo e patrimonio dellumanità secondo lUnesco, Franco Bonanini, in carica da 11 anni, è stato arrestato martedì con laccusa di essere a capo di «una gestione totalmente criminale della cosa pubblica allinterno del Comune di Riomaggiore», per usare la definizione del gip che ha convalidato gli arresti di Bonanini, del sindaco di Riomaggiore Gianluca Pasini e di altre 10 persone.
Un lettore disattento che ieri ha sfogliato Corriere della Sera, Repubblica e Stampa, ma anche il Manifesto e il Fatto quotidiano probabilmente ignora che Bonanini, il «Faraone che aveva amicizie bipartisan», «amato a destra e a sinistra» è un autorevole esponente del Pd proveniente da Legambiente. La parola Pd è annegata in un occhiello (Corriere) e praticamente bandita dalla titolazione degli articoli sullindagine giudiziaria, confinati in alcuni casi dopo gli Esteri, a pagina 18 (Repubblica) e solo in un caso (la Stampa) con un richiamo visibile in prima pagina. Strano.
A far «titolo», invece, è la presunta amicizia con il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta (che non è coinvolto, ma che secondo i magistrati sarebbe stato strumentalizzato dagli indagati), quasi facesse parte anche lui della presunta «cricca», (termine usato dagli stessi indagati che spunta da una intercettazione telefonica). E non è un caso che il ministro si sia infuriato per laccostamento che puzza di gogna mediatica.
Ma al di là dellaspetto giudiziario e della mole di documenti scoperti dagli inquirenti a far riflettere è lo strano garantismo dei giornali solitamente ostili alla maggioranza. Sul Manifesto Bonanini sparisce dai titoli (Inchiesta sulle Cinque Terre, decapitato il Parco nazionale) e di spalla si dà spazio alla difesa del suo legale («Accuse che non stanno in piedi») senza specificare quali. Non sono poche: truffa aggravata e tentata truffa aggravata ai danni dello Stato per 1 milione di euro, falso ideologico e materiale, corruzione, tentata concussione, violenza privata, calunnia e associazione a delinquere, abuso dufficio, favoreggiamento, omissione di denuncia e abuso edilizio. Ma il vero capolavoro è quello del Fatto quotidiano, che a furia di sparare a zero contro qualsiasi indagato (di centrodestra) si è guadagnato da tempo il nomignolo di bollettino delle Procure: il titolo è esilarante, «Sprofondano le Cinque Terre, in cella presidente del Parco e sindaco», il resto della titolazione ne è la ovvia conseguenza. La parola Pd non cè, ma in compenso si parla del «rustico di Brunetta» e dei contatti indiretti con Alfano e Ghedini.
Più di un quotidiano ha definito «discutibile» la decisione di arrestare Bonanini (ricoverato in stato di arresto nel centro clinico del carcere don Bosco di Pisa) nonostante il suo delicato stato di salute legato al recente trapianto di fegato. In altri casi non cè stata la stessa più che legittima sensibilità, e anche questo è un elemento che fa riflettere. Peraltro, listanza di scarcerazione è già sulla scrivania del gip, che potrebbe già pronunciarsi nelle prossime ore. Secondo i magistrati inoltre il gruppo avrebbe persino avuto dei contatti con elementi della criminalità calabrese, emersi in alcune intercettazioni ambientali, ma nella titolazione di questi contatti non cè traccia, così come dei documenti falsificati per avere fondi Ue tramite la Regione Liguria.
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