Il ferro, sottratto alla sua funzione industriale, diventa il depositario, cioè la forma, dell’idea primitiva; oppure, la plastica, magari quella stessa di una sedia qualunque che, rivisitata e trasformata dalla capacità dell’artista, si fa scultura: sono questi, ma non solo, i materiali che prima apprezza e poi utilizza, con sapienza e pazienza, l’artista genovese Elena Cavallo. Lei, nel suo atelier in pieno centro storico, sa forgiare con la propria spiccata creatività l’impensato-impensabile, l’oggetto quotidiano, meglio ancora se in apparenza insignificante. Per trarne una creazione artistica che ha più poco o nulla dell’iniziale configurazione.
La sfida. Una sfida, la sua, dunque, per arrivare a concepire e infine realizzare un’opera assolutamente originale, in grado di suscitare curiosità, stupore, suggestione. Ecco allora che, da un materiale “scartato” o comunque “grezzo” vengono ricreate forme naturali, ne viene in qualche modo ripensata la loro consistenza materiale, il loro peso, la loro densità, la durezza stessa. Ed ecco che a poco a poco, con la velocità consentita dall’estro e dalla fatica – sì, c’è anche quella, fisica e mentale, nell’esecuzione dei vari “pezzi” d’arte – l’idea procede verso l’obiettivo. Che può essere, tanto per citare una delle più recenti realizzazioni, il “Bosco sonoro”, installato nel cortile della Civica Biblioteca Berio: una composizione di “steli sormontati da una foglia apicale, gambi che nascono da terra e si curvano, oscillano al vento come fiori sottili e leggeri” (ne scrive così Emilia Marasco). Ma la materia grezza – nell’ispirazione artistica di Elena Cavallo – si sposa necessariamente (o meglio: naturalmente) al colore.
Mecenatismo. Ed è qui che interviene l’apporto dell’industria che, più che semplice sponsor, si identifica in convinto mecenate, e condivide con l’artista fin dall’origine l’idea e il percorso successivo, fino all’opera finita. Tassani, storica azienda produttrice di colori, ha fatto la scelta di sostenere il lavoro di Elena Cavallo e di fornire le sue vernici, dalle mille sfumature, per le altrettanto mille esigenze di sfumature volute e interpretate dall’artista. Un binomio che funziona: “Il caso ha voluto – spiega Luigi Vignolo, direttore commerciale di Tassani – che venissimo a sapere di un’artista genovese che utilizzava i nostri prodotti, tradizionalmente votati ad applicazioni nel mondo industriale, per creare installazioni d’arte contemporanea. Abbiamo visto le sue opere, la creatività con cui utilizza materiali industriali abbinati alle vernici Tassani, e da lì è nata l’idea di promuovere un’artista in grado di unire arte e industria.
C’è di più: la nostra – conclude Vignolo - è un’azienda genovese che opera da oltre 90 anni, e un altro motivo che ci ha spinto a camminare a fianco di Elena Cavallo è la sua voglia di rendere più bella la città, con molte opere destinate all’esterno per vestire e colorare la nostra Genova. Un omaggio e un modo anche per noi per festeggiare e fare qualcosa di significativo per il capoluogo della Liguria”.
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