Quando l’emozione fa a gara con l’ecologia

GinevraEcologia e mobilità sostenibile, auto ibride ed elettriche, sono ormai le costanti di ogni Salone dell’auto, quasi una lente attraverso la quale esaminare i nuovi modelli che vengono così svuotati della carica emozionale che possono trasmettere. Se guardiamo, invece, le novità dell’81° Salone dell’auto di Ginevra (aperto fino al 13 marzo) senza l’aiuto di alcuno strumento, scopriamo quanta passione i costruttori sappiano ancora, per fortuna, infondere nelle loro creature. E partiamo dal top, dalle supercar sempre a loro agio alla rassegna elvetica, dalla Ferrari Ff, per esempio, griffata Pininfarina, di fronte alla quale si comincia a sognare di scatenare i 660 cv del suo V12 sulla neve grazie alla trazione integrale che viene per la prima volta montata su un bolide di Maranello. Salgono a 700 i cavalli per la Aventador, nome di un leggendario toro scelto per la Lamborghini tutta in fibra di carbonio che va a rimpiazzare la Murciélago e per l’artigianale Huayra, realizzata nello stesso materiale della Lambo, l’ultima creatura di Horacio Pagani, italo-argentino da San Cesario sul Panaro. Ancora un V12, 490 cv, è montato sull’Aston Martin Virage, ma non sono da meno i V8 della nuova Maserati GranCabrio Sport (450 cv) e della Jaguar Xkr-S, solo 200 unità per l’Europa, 550 cv e 300 orari di velocità massima. Ci sarà una Rolls-Royce elettrica? Forse no, e il concept a emissioni zero della monumentale Phantom rimarrà tale, mentre in produzione andrà la Porsche Panamera S Hybrid, 380 cv come la Cayenne a doppia motorizzazione.
Volgiamo lo sguardo e passiamo dalle dream car alle city-car, come la nuova Toyota Yaris, per il momento nascosta sotto forma di concept ibrido. Star tra le novità di taglia small la nuova Lancia Ypsilon, ora soltanto a cinque porte, polo d’attrazione tra le nuove Lancia che arriveranno nei prossimi mesi: Thema, Flavia e Grand Voyager che sono il frutto dell’efficace sinergia Lancia-Chrysler firmata Sergio Marchionne. A pochi metri si torna a sognare con l’Alfa Romeo 4C, due posti, ruote motrici posteriori, motore centrale, prototipo che vorremmo già in strada. Al suv Freemont, derivato da Dodge Journey, Fiat affianca la 500 by Gucci, e con la 500 (c’è anche un coupè concept di Zagato) torniamo tra le city-car, scoprendo la Nissan Micra equipaggiata di un 1.2 da 95 cv, e poi le coreane Kia Picanto e Rio in prima mondiale. Piccolo è bello anche in casa Ford, che presenta l’anticipazione della prossima B-Max, il più piccolo dei monovolume di Dearborn, e alla Mini, che con la Rocketman, avveniristica 3+1, torna alle dimensioni della capostipite del brand inglese by Bmw, unita, in un’ideale sfida da megalopoli del futuro alla Smart elettrica Forspeed, che conserva i due posti e perde il tetto.
Protagoniste sono anche le firme del design. Pininfarina, qui insignito del «Car Design Award» per lo Spider Alfa Romeo 2ueottanta dello scorso anno, è l’autore della Deauville che segna il ritorno del marchio de Tomaso, mentre Bertone, dopo anni travagliati, mostra vitalità nel prototipo B99, possibile Jaguar compatta di domani.

Giugiaro, a capo della Italdesign, Gruppo Volkswagen, ha realizzato due concept, grandi dentro e compatti fuori, Tex e Go!, una coupè e un Mpv con il marchio della capogruppo che espone altre due creazioni di Walter de’ Silva, la Golf Cabriolet e il concept Bulli, un pullmino di 4 metri, 6 posti, con un nome antico ma destinato alle future generazioni «on the road».

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