Quando l’importante è finanziare

Quando l’importante è finanziare

Roberta Gallo

Quattro miliardi del vecchio conio per le tossicodipendenze e più di due per gli immigrati. Così la Regione Liguria finanzia province e comuni per la riabilitazione.
Progetti, associazioni, gruppi di lavoro. Nascono come i funghi i «buoni samaritani» che vogliono aiutare i più bisognosi ad uscire dal tunnel. Uno di questi è proprio il Comune di Genova. Ben di settemila euro è il finanziamento che parte dalla sala verde di via Fieschi per approdare a quella rossa di via Garibaldi. «Pare che sia per la campagna di prevenzione. - tuona subito Giuseppe Murolo, consigliere comunale di Alleanza Nazionale - Ma noi ci chiediamo in che cosa consista. A parte i depliant, con tante belle parole, da distribuire in tutta la città. Alla fine di pratico non abbiamo mai visto nulla». Lo stesso punto interrogativo si pone sul progetto dal titolo «Odissea», per il quale la Regione passa al Comune 97mila euro. «Che cosa sia - dice Murolo - nessuno ha idea. Ma sicuramente ci saranno state fior di riunioni per decidere il nome da dare al progetto». «E cosa vogliamo dire - insiste Murolo - dei più di cinquemila euro per la distribuzione delle siringhe? Che razza di progetto è questo? Intanto i distributori che avevano messo in tutta al città sono stati un vero fallimento. Li hanno subito distrutti per rubare le siringhe contenute al loro interno. Probabilmente anche loro erano compresi nel progetto». Ma i soldi che sono previsti per l’Agenzia Giovani Adulti della Direzione dei Servizi alla Persona? «Novantamila euro - annuncia Murolo - per uno dei mille progetti presentati dal Comune sempre con lo stesso scopo. Ma non ne bastava uno solo, invece di inventarsene uno per ogni sfumatura del disagio? Probabilmente bisognava coinvolgere più persone per soddisfare le esigenze più o meno di ognuno».
Dubbio anche sul «Gruppo interistituzionale per la valutazione delle capacità genitoriali». «E questo - incalza Murolo - che cosa significa? Chi valuta chi e cosa? Intanto, si prendono 11 mila euro per fare non si sa bene cosa». Per non parlare del progetto «Pass», che nemmeno dal nome si capiscono le finalità. E poi altre migliaia di euro vanno a finire alle varie cooperative che operano nel settore.

E alle comunità, tra cui quella di San Benedetto al Porto di don Gallo. Tantissime sono anche le associazioni per il servizio accoglienza, accompagnamento educativo per extracomunitari, centri ascolto. Ben 525mila euro vanno per questo settore.

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