E se vi raccontassero lUnità dItalia con le lancette dellorologio. O meglio, con la storia dellora legale. Accade a Casarza Ligure, dove lassociazione culturale «Il Sestante» ha allestito una mostra (da domani al 31 luglio) in occasione delle celebrazioni del 150esimo anniversario sull«Ora ferroviaria nellItalia Unita». Tutto comincia dalla lettura di un articolo a firma di Paolo Stefanato, pubblicato sul Giornale il 1 luglio 1992 dal titolo «E il Re ordinò: sincronizziamo gli orologi».
«Il giornalista - spiega il presidente dellassociazione Vincenzo Gaggero -, partendo dalle necessità che condussero il re Vittorio Emanuele II a fissare unora ufficiale valida per tutta lItalia, racconta come si è arrivati allattuale concezione dellora legale». E così nellesposizione i visitatori potranno ripercorrere le tappe della storia del «tempo»: dalla localissima ora delle meridiane cittadine, ai problemi connessi allo sviluppo della rete ferroviaria che fece emergere un problema che mai nessuno si era posto prima: le differenze di orario tra una città e laltra. Fu poi un regio decreto di Vittorio Emanuele II a stabilire che il servizio ferroviario, dei telegrafi, delle poste e dei trasporti marittimi sarebbe stato uniformato al tempo medio di Roma.
E poi, la nascita del fuso orario che divise la terra in 24 spicchi ad ognuno dei quali fece corrispondere un orario differente. Fino allora legale che entrò in vigore il 3 giugno 1916, un anno dopo lo scoppio della prima guerra mondiale per economizzare le ore di luce, così come suggerì Benjamin Franklin, per poi essere abolita e ripristinata diverse volte fino a rientrare in vigore in maniera definitiva nel 1966.
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