Cronache

Quando «lettore» è sinonimo di «amico»

Quando «lettore» è sinonimo di  «amico»

Innanzitutto, i saluti. Salutiamo (sia pure con un paio di giorni di anticipo), i lettori della cronaca di Milano, che abbiamo ospitato nel nostro inserto dedicato alla Liguria, al Basso Piemonte, alla Lunigiana e alla Costa Azzurra per tutto questo incredibile mese di agosto. Come ogni estate, è stata una compagnia graditissima, calda, affettuosa e che continuerà fino a domenica. Poi, da martedì, si torna alla normalità: otto pagine tutte per noi, pronte a diventare dodici sempre più spesso. Ogniqualvolta l’ingombro pubblicitario ce lo consentirà.
Con i lettori lombardi (e anche con i nostri non particolarmente interessati al calcio), ci scusiamo se talvolta quest’estate abbiamo esagerato con le questioni calcistiche e con il caso Genoa. Pagine e pagine sulle vicissitudini rossoblù che - ci rendiamo conto - non a tutti possono interessare allo stesso modo. Ma non potevamo fare diversamente: comunque la si pensasse, la combine con il Venezia - vera o presunta come continua a pensare mezza Genova o quasi - era il caso giornalistico dell’estate, dalle mille chiavi di lettura: un feuilleton, un giallo, una storia di malagiustizia, il ritratto psicologico di una città, un thriller economico, una storiaccia di ordine pubblico. Mille possibili chiavi di lettura capaci di tenere avvinto anche chi non ha mai visto una partita di calcio.
Pagine e pagine, fra l’altro, che ci sono costate l’arrabbiatura di qualche lettore-tifoso. Ma non potevamo fare diversamente: per i contenuti delle pagine sul Genoa, abbiamo scelto di dire sempre solo la verità, nient’altro che la verità, tutta la verità. Anche quella più scomoda o più triste per noi, anche quella che qualcuno prova ancora a negare o a ritardare, rischiando di creare ulteriori inutili e pericolose illusioni nei tifosi. Comunque, come al solito, abbiamo dato spazio a tutti. Agli ultrà pro-Preziosi e agli scettici, alla rabbia e all’orgoglio, a quelli che il complotto e a quelli che la vergogna. Anche e soprattutto a quelli che la pensano diversamente da noi, come impone l’abc del pensiero liberale.
Ringraziamo la stragrande maggioranza dei lettori che ci ha capito e ci ha sostenuto. E ringraziamo i tanti, tantissimi, che ci stanno telefonando in questi giorni per dirci che hanno capito e condividono la nostra battaglia - su queste pagine e a Primocanale - per un’informazione non asservita e capace di dire le verità, anche le più scomode. Sono telefonate che danno un senso al nostro mestiere, che ci regalano la voglia di fare sempre meglio, che ci fanno ringraziare il Cielo una volta di più perchè siamo in un Giornale unico nel panorama della stampa genovese e fors’anche nazionale, dove siamo liberi di dire quello che pensiamo. Senza cerchiobottismi o inutili contorcimenti. Una scialuppa pirata di rematori che fanno dell’umiltà e della consapevolezza dei propri limiti la sua forza. Ma pronta ad attaccare le corazzate di chi si crede invincibile.
Non abbiamo paura.

Soprattutto perchè siamo in un posto dove «lettore» è sinonimo di «amico».

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