Finlandese di lingua svedese, Edith Södergran è una delle più note poetesse del nord Europa. Personaggio complesso quanto larea geografica in cui si dipanò la sua breve esistenza - il crogiolo di lingue e razze del Mar Baltico orientale, dove si confondono gli elementi svedese, finlandese-careliano, russo-baltico e tedesco -, esordisce scrivendo versi in almeno quattro lingue, finché adotta lo svedese.
Nasce nel 1892 a San Pietroburgo da genitori finlandesi benestanti, che quando Edith ha pochi mesi si trasferiscono a Raivola, un villaggio della Carelia. Studia in una prestigiosa scuola tedesca di San Pietroburgo, ma destate torna a Raivola. Comincia presto a scrivere versi, e a 15 anni compone la sua prima raccolta, Quaderno dalla copertina incerata, 238 poesie in tedesco, svedese, francese e una in russo. Sono liriche visionarie, che cantano lerotismo, la bellezza, la solitudine, la nostalgia. Ma sono estranee alla tradizione letteraria svedese di Finlandia e sconcertano i critici che, pur riconoscendo allautrice talento e originalità, laccusano di mancanza di gusto. La stampa di provincia la definisce senza mezzi termini una povera pazza. Per alcuni giovani scrittori e poeti, però, il suo stile è il segnale di una nuova era, la nascita del Modernismo scandinavo.
A 16 anni contrae la tubercolosi e soggiorna in vari sanatori. Dopo la Rivoluzione dOttobre, i bolscevichi confiscano gli averi della famiglia, e la giovane vive con la madre nellindigenza. È costretta a umilianti accattonaggi, vende boccette di profumi, fa ritratti fotografici per strada, affidando alla poesia il suo orgoglio, il suo disincanto e la sua dignità. Pubblica La lira di settembre, sua seconda raccolta, poi Laltare di rose e nel 1920 Lombra del futuro.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.