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Quando la Thatcher ordinò la caccia al mostro di Loch Ness

Londra apre gli archivi di Stato ed emergono i segreti, piccoli e grandi, della politica inglese degli ultimi 30 anni

da Londra

Così assurde e incredibile eppure provenienti direttamente dagli archivi delle più alte cariche istituzionali britanniche. Notizie tratte da documenti, atti, contratti fino a qualche tempo fa coperte dal segreto di Stato e ora accessibili a chiunque ne faccia richiesta. Un elenco improbabile non meno che privilegiato di momenti imbarazzanti della vita pubblica del Regno Unito. La politica di Downing street vista attraverso la documentazione ufficiale, meglio, spiata dal buco della serratura. Chi avrebbe mai immaginato, per esempio, che Margaret Thatcher non solo potesse credere all’esistenza del mostro di Loch Ness, ma addirittura avesse inviato nel lago scozzese una squadra di delfini per stanare la mitologica creatura? Oppure che, sempre l’ex premier, nel corso di una visita ufficiale al presidente Jimmy Carter, nel 1977, fosse rimasta chiusa dentro i bagni di un anonimo hotel del Texas?
Quelli della Lady di ferro sono solo alcuni dei numerosi bizzarri episodi annotati nei registri ufficiali di Sua maestà, che oggi - grazie alla Freedom of Information Act - sono diventati di pubblico dominio. Entrato in vigore il 1° gennaio 2005, il Fia riconosce ai cittadini la possibilità di richiedere e visionare i documenti conservati dagli uffici pubblici, dipartimenti governativi, servizi sanitari, forze dell’ordine e autorità locali. Un diritto da cui è venuto fuori lo stravagante dossier compilato dal Times. Incidenti diplomatici, vezzi di primi ministri, inefficenze statali taciute, episodi criminosi insabbiati, gaffes. Protagonisti politici di spicco, diplomatici, celebrità e ovviamente la famiglia reale. Con la regina Elisabetta al centro persino di un complotto per bloccare la pubblicazione di un diario - potenzialmente scandaloso - di un ex ministro, Richard Crossman. È stato il suo segretario personale a intervenire affinché le sue corrosive critiche al governo Wilson non trovassero un editore. I diari di Crossman, depurati dei commenti reali, hanno in seguito ispirato la sitcom Yes minister, una satira antigovernativa prodotta dalla Bbc.
Dai documenti sono venute fuori altre indiscrezioni sulla sovrana. Come le sue critiche al conte di Harewood, reo di aver lasciato la moglie e i tre figli per vivere con una violinista australiana. O le sue preoccupazioni nei confronti del «parsimonioso» Tony Benn, l’allora ministro dell’Energia, che minacciava di «oscurare» con il suo zelo da risparmiatore le celebrazioni per il suo 25° anniversario da regnante.
Sempre a proposito della famiglia reale, ci sono altri episodi curiosi. Ai tempi del divorzio del principe Carlo da Diana, il governo aveva stabilito che l’eventuale matrimonio dell’erede al trono con Camilla Parker Bowles sarebbe stato comunque illegittimo. Una delibera frettolosamente ritirata qualche anno più tardi. La regina Elisabetta, nel frattempo, resta in testa alla lista dei facoltosi proprietari terrieri britannici, i primi d’Europa quanto a sussidi per l’agricoltura concessi dall’Unione europea.
Sotto l’impietosa lente degli annali del gossip, anche i parlamentari di Westminster, una sorta di casta che ogni anno spende 2,2 miliardi di euro dell’erario pubblico per ben remunerate consulenze, e oltre nove milioni di euro in rimborsi viaggi. Sprechi ingiustificati, come i 30 milioni di euro spesi ogni anno dalla polizia inglese per pagare i propri interpreti. Se resta imprecisato il numero di diplomatici britannici accusati, nel corso degli anni di servizio, di stupro, violenza sessuale, abusi su bambini e addirittura omicidio, adesso si sa che sono più di 700, solo negli ultimi 10 anni, i dipendenti del servizio sanitario - tra medici e infermiere - soggetti a procedimenti disciplinari per uso di droga o abuso di alcol. Mentre risultano oltre 200 gli agenti di polizia attualmente in carica con precedenti penali a proprio carico.
Non mancano le curiosità in materia di politica estera: è infatti emerso che 40 anni fa la Gran Bretagna aiutò Israele a costruire la bomba nucleare vendendo a Gerusalemme 20 tonnellate di acqua pesante. E dopo la seconda guerra mondiale Londra portò avanti un segretissimo programma di sicurezza, basato su campi di prigionia e tortura, da mettere in pratica all’occorrenza in Germania.

Meno inquietante la scoperta delle responsabilità del danneggiamento dei Fregi del Partenone conservati al British Museum: in seguito alla banale lite tra due ragazzini, una porzione della gamba di uno dei centauri restò danneggiata. Ma il nome del discolo anche il Freedom of Information Act lo ha omesso.

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