A maggio, nel sud dell’infanzia, sbocciava la tv dal vivo. Facendo zapping tra le piazze di paese si poteva assistere al seguente palinsesto. Per history channel arrivavano i pupi, Rinaldo in campo, spade, ferraglia e grida bellicose: «In guardia fellone». Per gli amanti del feuilleton c’era il cantastorie siculo, eloquio dipietresco e storie rappresentate in tele multiple: «E adesso sentite cosa ci dicie Tanuzzo a Conciettina» e attaccava cantando: «La bella Conciettina m’ha lasciata...». «Ma sentite cosa ci risponde la bella Conciettina...», ma della bella Concettina per pudore arabo-siculo si sentiva solo l’audio e si vedeva l’effigie. Per l’infotainment arrivava dall’entroterra un narratore di cronaca nera che si credeva forbito perché terminava le parole con la i: «Questi terribil fatti successeri a Campobassi che la mammi si morò, la figli si ’mpicò e li padri si ’restò». Come Vespa, mostrava i rozzi plastici dell’epoca... Per il variety calava dal napoletano il teatrino di Pulcinella che raggiungeva il top della comicità quando schiaffeggiava la pelata di Cape e’ “Pruvulòn”, marionetta identica a Bersani. Per la cult-tv c’era un mimo di richiamo, Piripicchio, uno Charlot in versione pugliese.
Sul canale international un acrobata tedesco camminava sul filo sospeso tra due palazzi e si aiutava con una formula magica, tradotta in vernacolo con Tarall ’e Zucchere, che diventò il suo nomignolo. Non vi dico poi le band, mangiafuoco e i madonnari. Che palinsesto, e che audience, la tv su strada trasmessa dal digitale terrone.Quando lo zapping si faceva per strada
A maggio, nel sud dell’infanzia, sbocciava la tv dal vivo. Facendo zapping tra le piazze di paese si poteva assistere al seguente palinsesto
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