Orlando Sacchelli
Che ci fanno sei energumeni giamaicani a 2035 metri sul livello del mare? Una vacanza? Molto di più, visto che in piena estate le montagne del Sestriere, a parte il fresco le belle giornate di sole , non possono offrire la materia prima per cui sono diventate celebri, la neve.
Sì, perché quel gruppetto di sei giamaicani belli robusti - il più leggero ferma la bilancia a quota 93 kg - non si trova sulle montagne piemontesi solo per divertirsi, ma rigorosamente per lavoro.
Il loro mestiere, strano a dirsi ma è così, è quello di spingere il Bob e buttarsi giù nelle piste ghiacciate a tutta velocità. Mestiere inusuale per dei giamaicani, che hanno visto la neve soltanto in cartolina o in tv. Ma dal 1988, ai giochi olimpici invernali di Calgary, la Federazione giamaicana di Bob ha fatto il suo esordio e, da allora, è una realtà.
Ma un interrogativo continua a restare inevaso: cosa ci fanno Winston Watt, Thomas Wayne, Clive Mc Donald, Mark Hill, Carnet Jones e Waine Mitchell al Sestriere? La risposta non avrebbe potuto essere più semplice: si stanno allenando in vista dei prossimi giochi olimpici di Torino 2006.
Al Grand Hotel di Sestriere è stata allestita «Casa Giamaica» (sponsor Fiat), il training summer camp dove la nazionale di Bob più simpatica del mondo sta soggiornando da metà giugno e vi resterà fino alla fine di luglio. E' un "allenamento secco" il lavoro che i sei atleti stanno svolgendo in queste settimane. La loro giornata-tipo è fatta di molta corsa, preparazione atletica e pesi, molti pesi, visto che la potenza e i muscoli sono quanto meno essenziali per questo tipo di sport invernale. Allenamento secco, dicevamo. Per questo, ogni giorno, dopo la colazione, il sestetto giamaicano si sposta a piedi sulla pista di atletica leggera e comincia il riscaldamento. Poi si alternano gli scatti, perché, com'è noto, nel Bob oltre alla forte spinta iniziale è necessaria anche la velocità.
E' un allenamento duro, ma fa parte del gioco. Questi atleti lo affrontano con sacrificio e professionalità, visto che è il loro mestiere. Una cosa, però, non manca mai oltre alle gocce di sudore in abbondanza: è la musica reggae, che accompagna ogni seduta nella sala dei pesi.
Le treccine rasta tipo Bob Marley o Gullit, quelle no. Il sestetto del Bob giamaicano si presenta con una classica capigliatura da marine, tutti rasati a zero. Forse, più che per lanciare una nuova moda, è un modo come un altro per vincere il caldo, anche se al Sestriere si respira bene e il fisico degli atleti caraibici si abitua lentamente all'altura.
A fine luglio la partenza per il Canada, dove si terrà l'allenamento specifico sul ghiaccio.
Quanta corsa per i bobbisti giamaicani Fiat
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