Cultura e Spettacoli

Quante battute al fiele sorseggiando il tè a corte

da Venezia

C'è da augurarsi che la Bim, il 15 settembre, faccia uscire The Queen anche in versione originale sottotitolata. Perché nessun doppiatore, per quanto bravo, potrà mai restituire l'impeccabile british humour che trasuda dai dialoghi scritti da Peter Morgan. Non è solo questione di accento, pure importante, ma di intonazione, ironia trattenuta, teatralità, capacità allusiva. Insomma, nel film di Frears la lingua inglese fa tutt'uno con le facce dei protagonisti, specie quando si dicono le peggio cose con l'aria di chi sta sorseggiando una tazza di tè. C'è solo l'imbarazzo della scelta. Ecco una piccola antologia delle battute più eloquenti (se si vuole, comiche o terribili).
La regina. «Lei è il mio decimo primo ministro» (a Blair che, intimorito, si presenta a corte dopo aver vinto le elezioni). «Lei vota, le invidio il diritto di essere parziale» (la regina, per legge, non esercita il diritto di voto). «Il primo ministro cercherà di modernizzare anche noi?» (al marito Filippo, che le risponde: «Sarebbe capace»). «Non è un affare di Stato. È una questione privata. Diana non è più un membro della Casa reale» (a Blair che implora un gesto di distensione, mentre monta l'ira dei tabloid verso la Corona). «Questo è un funerale privato, non uno spettacolo di massa» (ai suoi collaboratori che la invitano a cambiare idea di fronte al tappeto di fiori e messaggi davanti alla cancellata di Buckingham palace). «Quando non capisci più il tuo popolo forse è il caso di passare il testimone alle prossime generazioni» (parlando con Blair del sondaggio in base al quale un inglese su quattro vuole abolire la monarchia). «Lei, primo ministro, confonde l'umiltà con l'umiliazione» (a Blair una volta lasciata obtorto collo la residenza estiva di Balmoral per partecipare ai funerali di Lady Diana e pronunciare il suo discorso in tv «come regina e come nonna»).
Tony Blair.«Le hanno rovinato la vita. Vogliono rovinarle anche la morte?» (dopo aver telefonato alla regina, inamovibile sulla richiesta di partecipare al lutto nazionale). «Non ditemi che non c'è ancora la bandiera a mezz'asta su Buckingham palace. Qualcuno riuscirà mai a salvarli da loro stessi?» (dopo l'ennesima telefonata senza risultati). «Sono pazzi! Due ore per decidere tra il carro funebre e l'affusto di cannone» (dopo la riunione per mettere a punto il cerimoniale).
Il principe Carlo. «Fosse per i funzionari della Casa reale, la riporterebbero in patria dentro uno scatolone» (nell'ospedale francese dov'è andato a riprendere il corpo di Lady Diana).
Il duca Filippo. «Cos'altro ha combinato questa volta?» (appena saputo che Lady Diana ha avuto un incidente a Parigi). «Tua sorella ci fa sapere dalla Toscana che quella lì, da morta, sarà ancora più irritante» (parlando con la regina). «Dormono per strada e piangono per una persona che neanche conoscevano» (di fronte alle testimonianze in tv di alcuni barboni, in lacrime per la morte di Diana).
Cherie Blair.

«La Famiglia reale? Sono solo un mucchio di mangiapane a sbafo con uno sviluppo emotivo bloccato» (mentre fa colazione col marito e i figli).

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