Quante fantasie per «colorire» il melodramma

Partita con la dovuta solennità, appena una settimana fa, la 58° stagione musicale dell’Oratorio del Gonfalone, con un programma interamente dedicato a Bach, la cui musica cameristica al Gonfalone è sempre stata particolarmente apprezzata ed assai spesso eseguita, anche perché la magnifica sala affrescata dell’Oratorio romano appare come la più degna cornice architettonica per tale musica straordinaria, al secondo appuntamento della stagione si concede oggi (ore 21) una pausa nel segno del divertimento. Un’orchestra tutta romana, dal nome abbastanza curioso «Orchestra dell’Impresario» il cui organico riproduce quello delle tipiche orchestre scritturate appunto dagli Impresari, per teatri italiani di media grandezza, nell’Ottocento. Il repertorio è quello tipico di quegli anni dominati dal melodramma. Se non opere in piena regola e in veste integrale, almeno «parafrasi» e «fantasie» su alcune opere che in quegli anni mietevano successi su successi anche fuori d’Italia. Si tratta di brani strumentali confezionati da esperti strumentisti, attraverso i quali far ascoltare i motivi della tale opera o della talaltra, scelti fra le arie più belle divenute in poco tempo popolari.


Per il Concerto del Gonfalone l’Orchestra dell'Impresario guidata da Luigi De Filippi, presenta un programma intitolato «Ballo in maschera a Cicerenella» e comprendente due ricche «fantasie» su altrettante opere di Verdi, scritte da un violinista e compositore francese dell’Ottocento, Delphin Alard, rispettivamente su Ballo in maschera e Trovatore; una Sinfonia «caratteristica» di Saverio Mercadante su melodie e danze spagnole; la «Serenata» di Rossini e una Fantasia su alcune celebri canzoni napoletane, autore lo stesso De Filippi.

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