Quanti dubbi su quell’appalto

Costi e polemiche alle stelle. Il mega-appalto della grande viabilità di Roma, 800 chilometri di strade cittadine, poco meno di 600 milioni d’importo, ha sollevato fin dal nascere accuse di fuoco. Con l’interrogazione al Parlamento Europeo di Tajani e Antoniozzi, i ricorsi al Tar del Lazio, la bocciatura dell’Authority nazionale sugli appalti pubblici. E un fiume d’interrogazioni in consiglio comunale. Eppure l’ultimo atto della vicenda giudiziaria, forse, dev’essere ancora scritto. Sull’appalto a Romeo Gestioni e Vianini di Francesco Gaetano Caltagirone, infatti, nel merito pende ancora il giudizio del Consiglio di Stato. Che a luglio si è limitato solo a sospendere la sentenza di aprile del Tar sfavorevole al Comune. L'appalto ha la durata di nove anni, con opzione per altri nove. Due decenni di fila. Un record nella storia del Comune. L’affidamento impegna la giunta Veltroni, quella che seguirà, probabilmente anche la successiva e quella dopo ancora. Un quinto di secolo. Un impegno di spesa colossale. Eppure di recente, il 28 agosto, alla giornata della legalità a Catanzaro, proprio Walter Veltroni, ha dichiarato: «È urgente dare una svolta al sistema degli appalti.

Penso che la soluzione giusta sia il conferimento da parte dei comuni alla prefettura dell’intero procedimento delle gare pubbliche per importi superiori ai 100mila euro». Sì e no mezza giornata del super-appalto stradale. Veltroni chiude la stalla dopo che i buoi sono scappati? O se ne è proprio dimenticato? Chissà.

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