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Quanti inciuci con il Pdl, anche Tonino fa Casini

RomaDella serie: anche Di Pietro fa Casini. Già, perché, nonostante a Roma il primo sbeffeggi il secondo reo di prostituirsi con la sua politica dei due forni, in periferia l’ex pm è solito benedire giri di valzer manco fosse Strauss. «Quella di Casini non è realpolitik ma meretricio: è disponibile a stare con chi ci sta», graffiava lunedì scorso. E ancora: «Se si vuole essere credibili e si dice che a livello nazionale si vuol mandare a casa Berlusconi, la politica dei due forni deve finire», sentenziava i primi di dicembre. Meretricio e credibilità. Peccato che in casa sua Tonino si comporti esattamente come un Pier qualsiasi.
Vale la pena ricordare che nel molisano comune di Venafro, 12mila abitanti, l’uomo del berlusconiano Michele Iorio, Nicandro Cotugno, governa grazie alla stampella dell’Italia dei Valori. Qualcosa di più di un appoggio, però: nella squadra del sindaco di centrodestra, come assessore al Commercio, compare infatti il dipietrista Adriano Iannacone. Presidente del consiglio comunale? Nico Palumbo, Italia dei Valori pure lui. Sempre in Molise, Massimo Romano, consigliere comunale di Campobasso, consigliere regionale nonché ex coordinatore nazionale dei giovani dipietristi, da poco ha sbattuto la porta dell’Idv assieme ad altri 22, accusando Di Pietro di essere troppo molle nella sua opposizione al pidiellino Iorio. Assieme al senatore Giuseppe Astore e all’eurocandidata Erminia Gatti, Romano ha messo in piedi il movimento «Costruire democrazia» che ora, in vista delle prossime elezioni di Termoli, denuncia: «Prendiamo atto che il nostro appello a riunire le forze politiche alternative a Iorio è caduto nel vuoto. Probabilmente l’Idv ha altre finalità. Quali che siano, siamo certi di una cosa: Michele Iorio ne sarà lieto. E riconoscente». Detto in maniera ancora più esplicita: «Da un lato Di Pietro, nel commentare la vittoria di Vendola in Puglia (peraltro dopo averlo avversato per cinque anni), parla di “vittoria dei cittadini sugli schemi preconfezionati delle logiche di partito e della partitocrazia, una vittoria sulla politica del doppio forno e sulle logiche che sviliscono la politica portandola a livello di un Risiko”. Dall’altro, nella sua terra, pratica esattamente il contrario: ossia proprio quelle logiche dei tavoli di partito dai quali Costruire democrazia viene escluso in quanto movimento e non partito».
Che Tonino predichi bene ma razzoli male se n’è accorto pure il deputato del Pd Pietro Tidei, che ha preso carta e penna e scritto a Di Pietro, Bersani e Casini per mettere il dito nella piaga: «Mi chiedo se il solido ragionamento da Lei proposto all’onorevole Casini non debba valere anche e almeno contestualmente in casa Sua, essendo nota la doppiezza e la disparità delle posizioni politiche scelte e difese in alcune situazioni dall’Idv». L’inciucio cui fa riferimento Tidei non è quello molisano, ma è quello che si consuma molto più a nord. A Civitavecchia, infatti, si segnala il curioso caso del dipietrista Alvaro Balloni. Il quale, come consigliere comunale sostiene la maggioranza di centrodestra del sindaco Giovanni Moscherini, mentre come consigliere provinciale appoggia la maggioranza di centrosinistra del presidente Nicola Zingaretti. La missiva dell’onorevole democratico è una stilettata: «Bigamia, doppiezze, in casa d’altri, giustamente criticabili e da non sottovalutare, ma quante doppiezze anche in casa propria! Il detto popolare recita “Predica bene e razzola male”; non Le pare che si attaglia anche a Lei o come Le è più congeniale “Ci azzecca”?».
Ha un bel dire Felice Belisario quando severo avverte: «Su una cosa bisogna esser chiari: l’Idv non può accettare alcuna politica dei due forni. I partiti devono fare una scelta di campo precisa» (Ansa, 12 luglio 2009). Chissà, magari a mettere un po’ di ordine nel partito ci penserà il responsabile enti locali, onorevole Ignazio Messina.

Ma forse no, visto che lui, ex Rete di Orlando, è lo stesso che nel 2004 si candidò a sindaco di Sciacca con una lista appoggiata da Verdi e Rifondazione comunista. Trombato al primo turno, al ballottaggio si apparentò con il candidato di Forza Italia, Mario Turturici, determinandone la vittoria. Gineprai, pasticci, grovigli... Sì, insomma, Casini.

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