Quanti sono i lavoratori pagati dalla collettività

Quanti sono i lavoratori pagati dalla collettività

RomaLe dimensioni numeriche sono quelle di una Capitale. Una città più grande di Roma, oppure Roma più Torino insieme. Tre milioni quattrocentoventisettemila. Un abitante maggiorenne ogni tredici in Italia è dipendente pubblico. La sua azienda è lo Stato. Insegnanti, lavoratori dei ministeri, degli ospedali, magistrati, agenti delle forze dell’ordine. Sono gli uomini che gestiscono la macchina Italia. Vista così, questa cifra significherebbe che ognuno dei tre milioni e mezzo di dipendenti statali deve badare ad altri 12 cittadini, 17 calcolando anche i bambini. Se la macchina funzionasse, questo sarebbe il Paese dell’efficienza e dell’attenzione all’individuo. Nel numero complessivo sono compresi anche i 182.528 insegnanti e dipendenti del ministero dell’Istruzione a tempo determinato, poliziotti e militari, lavoratori socialmente utili e dipendenti con contratti flessibili (91.393, in calo del 15% nel 2010 rispetto al 2008). L’11 per cento del prodotto interno lordo è speso ogni anno dallo Stato per il pagamento di questo esercito di lavoratori: 165 miliardi e 877 milioni di euro è il totale degli stipendi pubblici che l’Italia ha versato nel 2010.
In dieci anni il calo degli statali è stato del 3%, ma la spesa è complessivamente salita di circa il 30%, oltre quattro volte più della Germania (qui l’aumento degli stipendi è stato del 7% in dieci anni). Se in Italia i costi per il pubblico impiego al netto dell’inflazione fossero cresciuti seguendo il trend tedesco (-6,2%), nel decennio sarebbero stati risparmiati circa 23 miliardi di euro.
Il comparto più numeroso è quello della scuola. Un milione 43mila insegnanti e personale scolastico assunti a tempo indeterminato costano allo Stato oltre 43 miliardi di euro. Sono circa il doppio dei dipendenti delle Regioni e dei Comuni (515mila). I ministeriali puri sono 174135, più o meno come gli abitanti di una città come Reggio Emilia, mentre i dipendenti del servizio sanitario nazionale sfiorano le 700mila unità (688.557) e costano quasi come e gli insegnanti (41 miliardi e 291 milioni). Per il personale di Regioni e Provincie si spendono quasi 27 miliardi di euro, per stipendi di magistrati e personale dei tribunali quasi 2 miliardi.
Un dipendente pubblico guadagna mediamente 34mila 652 euro lordi l’anno secondo il calcolo riferito al 2010 della Ragioneria dello Stato. Due milioni e seicentomila euro al mese di media circa, calcolando neoassunti e lavoratori di ultima fascia, prossimi alla pensione. Si va dai 29mila euro dei dipendenti di Regioni, Provincie e Comuni ai 132mila medi l’anno di magistrati e dipendenti della giustizia (oltre 10mila euro al mese). Il compenso medio è chiaramente condizionato dal numero degli insegnanti e del personale scolastico, quasi un terzo di tutti gli statali, con uno stipendio medio di 30mila euro lordi l’anno, che abbassa il conteggio finale. I 909 che hanno seguito la carriera diplomatica guadagnano per esempio tre volte di più (93.755 euro). L’aumento di tutti i comparti è stato di circa 1.200 euro dal 2008 al 2010.
L’età media, e soprattutto l’anzianità di servizio, non aiuta certo il risparmio. Lo statale tipo ha quarantotto anni con 18 anni e mezzo di servizio. Ed è più frequentemente donna (55,6%) che uomo. Nella scuola, uno dei settori più «anziani», hanno mediamente 53 anni gli uomini e 51 le donne. Lo statale tipo sta a casa per malattia, maternità, scioperi, mediamente 22 giorni l’anno. Il record di assenza va ai dipendenti degli ospedali, con 26,5 giorni l’anno di non presenza a testa (ferie escluse), un mese netto di lavoro.
Il nord, pur essendo più popoloso del centro e del sud Italia, con quasi la metà dei cittadini, in proporzione ha molti meno dipendenti pubblici: il 34,83%, contro il 31,89% del centro e il 33,3 di sud e isole. I lavoratori delle autonomie locali, per esempio, che sono il 15% di tutti gli Statali, si dividono più o meno equamente tra nord e sud (5,4% e 5,2%) nonostante il divario di popolazione. Nel Lazio è concentrata quasi la metà (48,2%) del personale degli Enti di ricerca, il 26,6% del comparto dei Ministeri e il 22,7% di quello degli Enti pubblici non economici.


La spesa generale per gli stipendi è salita moltissimo negli ultimi dieci anni, ma a far lievitare i costi sono stati soprattutto i contributi per le pensioni. Il versamento per la previdenza degli Statali è aumentato del 47% dal 1999 al 2010, passando dal 3,27% del Pil al 3,77.

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