Roma

Ma quanto si piace la Regione Lazio?

Se non fossero stati sbloccati dal Governo Berlusconi gli 800 milioni del gettito fiscale, il Lazio sarebbe in bancarotta. Malgrado ciò (o forse proprio per questo), per la promozione e la pubblicizzazione delle proprie attività l’ente ha impegnato per il 2008 addirittura 5.263.920 euro. Una cura costosa per la vanitosa Regione Lazio, affidata alle «mani miracolose» di Sviluppo Lazio Spa, l’agenzia per l’81 per cento a capitale regionale, nata nel 1999 come strumento di attuazione della programmazione economica e territoriale.
Per cui pure se i cittadini pagano addizionali maggiorate, da due settimane è stato introdotto un ticket da 3,50 euro per i farmaci coperti da brevetto e prossimamente verrà introdotto un nuovo ticket aggiuntivo sulle attività specialistiche e diagnostiche. Sembra essere importante soltanto che sull’immagine non si risparmi.
Basta leggere il piano annuale di Sviluppo Lazio per rendersi conto della mole di risorse finanziarie impegnate per la pubblicizzazione e la redazione o per la collaborazione alla stesura di documenti di vario titolo. Ben 254mila euro sono stati spesi dall’assessorato al Bilancio per la relazione del Dpfer, altri 205mila dalla presidenza della giunta per la stesura di 4 report da presentare in Conferenza Stato-regioni. Mentre per stilare il progetto di raccordo funzionale tra la Regione e Sviluppo Lazio, la presidenza ha speso 59.800 euro, altri 173.470 per l’elaborazione dei documenti sul monitoraggio del piano di rientro.
Mentre per progetti riferiti a comunicazione e relazioni esterne per eventi e manifestazioni di vario carattere, tra cui quelle cinematografiche della passata estate (Cin Cin Cinema e Voglia di cinema), sempre i vertici della Regione hanno dovuto sborsare 2.044.850.
All’Agenzia vengono affidate anche altri compiti meno redditizi come l’esame dei documenti per l’accesso a bandi e concorsi. Ma comunque non è finita qui l’Agenzia ha intascato pure 700mila euro per fornire assistenza tecnico-finanziaria all’Osservatorio del debito per conto dell’assessorato al Bilancio, oltre a curare lo studio per la riconciliazione del debito sanitario. Un’altra spesa bizzarra è quella della redazione del cosiddetto Piano di azione per Kyoto che, per volontà dell’assessorato all’Ambiente è costato 363.610. E di bizzarria in bizzarria non poteva certo mancare quanto il Lazio ha speso per la fusione delle società del gruppo regionale. Dai capitoli destinati all’assessorato al Bilancio sono usciti 1.200.000 euro. E meno male che di razionalizzazione si trattava.

Senza contare che gli studi e i resoconti su provvedimenti e atti dell’esecutivo o dei singoli assessorati dovrebbero essere elaborati nelle sedi competenti.

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