Ma quanto ti manca? Come vivere senza l’altra metà

Oggi è molto facile diventare un ex. Basta una svista, un errore, una parola in più, un’intercettazione, e ci si ritrova subito ex. Ex fidanzati, ex mariti, ex figli, ex ministri della Repubblica, ex celebrità. Ma soprattutto ex nel cuore. Il sindacato degli ex sarebbe il più potente del mondo, se gli ex non avessero questa abitudine di passare le serate da soli, al banco, bevendo scotch con gli occhi pieni di lacrime e il cuore zuppo di ostinati ricordi. Oppure, se femmine, di sgranocchiare biscotti a letto per settimane, di dedicarsi alla frequentazione di «boutique hotel e spa» e al sesso da happy hour.
Oggi è facile persino ritrovarli, gli ex. Nuovissimo - ma solo per via delle tecniche usate - è il fenomeno dei retrosexual: coloro che rintracciano i propri ex su Facebook, su Google o via sms. Fenomeno che quando non si trasforma in stalking, somiglia più a una blanda psicoterapia tra sventurati che a un amore eterno diventato maturo e concreto. Ne sanno qualcosa la cybernauta Camila Raznovich, che ha parlato di retrosexual su Rai 3, e Penélope Cruz e Javier Bardém, ribeccatisi l’un l’altro 15 anni dopo e già litigarelli. Che confusione.
Evidentemente, occorreva un manuale. Ci ha pensato il regista, com’è ovvio, di Ex, in uscita domani nelle sale, lo stesso di Notte prima degli esami, cult movie sugli anni Ottanta: il suo nome è Fausto Brizzi. Il libro si intitola, appunto, Manuale degli ex, sottotitolo «Restiamo amici? No, grazie» (Mondadori) ed è una lettura molto divertente e triste.
Il teorema di Brizzi è semplice: siete stati mollati? Siete un ex. Avete mollato qualcuno? Avete un ex. La seconda è più comoda della prima, ma tutte e due le situazioni necessitano di questo test: quanto vi manca? Brizzi suggerisce di misurare la nostalgia attraverso un feedback musicale o cinematografico: se vi commuovete ascoltando La canzone dell’amore perduto di De André, lui o lei non vi manca affatto, dal momento che tutti ci si commuovono. Con Losing my religion dei REM le cose vanno peggio: perfetta da cantare in due, ridicola da cantar da soli, e voi, attualmente, siete troppo soli, no? Se vi commuovete con l’inqualificabile Macarena, ricordando di quando l’avete ballata insieme - insieme, ricordate? - un battito su tre del vostro cuore appartiene ancora a qualcun altro. E se guardando l’anonimo Spiderman 2 o 3 vi sovviene di averlo visto abbracciati una sera succhiando Coca Cola, l’ex vi manca davvero troppo. E se trovando una multa sull’auto sorridete felici pensando a quante ne avete pagate per aver parcheggiato in modo scandaloso sotto casa della vostra ex - che vi aspettava deliziosa sulla porta - ecco, rifatevi vivi e tentate di riconquistarla, poiché altre strade non ne avete finché non ci riprovate.
Ma se non c’è proprio nulla da fare e capite che la solitudine da scotch o da biscotti è il vostro destino, il Manuale degli ex parla chiaro: non credeteci. Reagite. Anche qui le regole di Brizzi sono precise. Evitate film inquietanti su ex che non se ne vanno mai del tutto, come Kill Bill, Quattro matrimoni e un funerale, il vetusto La guerra dei Roses, l’inarrivabile Vicky Cristina Barcelona. Non angosciate gli amici confidando pene d’amore. E individuate a quale tipologia appartiene il vostro ex, in modo da cautelarvi: c’è l’«ex Tyson» (quando non prende bene le cose, tende a romperle, compreso gli esseri umani...), l’«ex che si è fatto prete» (siete al sicuro, è dura competere con Dio. Cfr.

Uccelli di rovo, se avete l’età per ricordare), l’ex «nell’alto dei cieli» (siete molto al sicuro: è morto), l’ex «nella terra di mezzo» (vi sentite via webcam e ogni volta dietro di lei c’è la Nuova Zelanda e una squadra di atletici abbronzati surfisti: forse fareste bene a uscire di casa e a scordarvi di avere una connessione internet, e così - si spera - dimenticare).
Giusto, dimenticare: cosa occorre per dimenticare? La risposta di Brizzi non è quella che ci si aspetterebbe dalle labbra di un regista, ma pare essere valida: gettare via il copione. E iniziare a vivere.

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