Scusa Manti, ma oggi i felici siamo noi. Controcurva in fondo a destra, settore viola. Ci siamo svegliati. Bella partita, punteggio tondo, reazione decisa, tre marcatori - sempre quelli - che continuano a tenere in piedi la baracca. I nostri fenomeni se stanno bene non tradiscono: la partita di Mutu è strepitosa, e i marcatori avversari sono sempre lì che si chiedono dovè. Gilardino ci ricorda dessere ancora quello che ha folgorato tutti dalla prima di campionato. Kuz che canta e spesso porta anche la croce. La Roma la teniamo a distanza di sicurezza, il quarto posto è lì a un punticino, attaccato alla maglia di un Napoli che - mettiamola così - potrebbe anche non tenere su questi ritmi (tanto la scaramanzia partenopea è attrezzata per neutralizzare il tutto).
La stagione è da alti e bassi, è vero, ma anche perché è partita fra grandi squilli di tromba e aspettative roboanti. Qualche anno fa in questa posizione saremmo stati qui a leccarci i baffi. E la vittoria sul Toro ha soprattutto un pregio: inverte una brutta piega, quella della vittoria in casa e sconfitta fuori, che negli ultimi mesi ci fa illudere e deprimere. Certo, cè da dire che non ci saremmo incatenati alla sede della società per vincere proprio col Toro.
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