Cronaca locale

Quarto stupro in 20 giorni: è allarme rosso

La ragazza è stata molta brava. E fredda. Non ha cercato un’inutile resistenza, il suo aggressore sicuramente l’avrebbe anche riempita di botte prima di violentarla comunque. Ma in questo modo l’ha anche rassicurato. Così quando gli ha chiesto di andare a un chioschetto per un panino, lui non ha avuto sospetti. Ma una volta riportata in mezzo alla gente lei ha gridato, costretto alla fuga il suo aguzzino e messo la parola fine a una notte da incubo.
Ora è alla Mangiagalli, ricoverata presso il servizio Soccorso violenza sessuale, assistita da medici e psicologi, che l’accompagneranno nel lungo e doloroso percorso per uscire dal trauma. Nel frattempo i carabinieri guidati dal colonnello Lorenzo Falferi stanno cercando di identificare il bruto, un giovane straniero, sembra nordafricano che l’altra notte ha sequestrato la giovane.
La vittima, una studentessa boliviana di 21 anni, cresciuta in Italia e perfettamente integrata, sabato sera era andata con un amico ai Magazzini Generali in via Pietrasanta, laterale di via Ripamonti. Qui incontra altri conoscenti, italiani e sudamericani, con cui passa alcune ore poi, verso le 3, tutti escono per tornare a casa. La giovane si incammina verso il parcheggio, mentre il suo accompagnatore si attarda a salutare gli amici. Pochi istanti tuttavia sufficienti al magrebino per arrivare in auto, balzare giù, afferrare la «preda» e scaraventarla nell’abitacolo. Un’ «impresa» non certo difficile: lui è grande e grosso, lei piccola e minuta. La macchina parte a razzo verso viale Forlanini, qui si ferma nei pressi dell’autoparco dove vengono custodite le auto rimosse e qui avviene la violenza.
La ragazza non reagisce, una decisione molta saggia perché, non potendo sfuggire in ogni caso allo stupro, almeno evitare di essere picchiata ma soprattutto rende meno sospettoso il suo aguzzino. Così quando verso le 4 gli dice che ha fame e gli chiede di essere portata a un chiosco per un panino, il bruto acconsente. I due arrivano all’angolo tra viale Corsica e via Lomellina, il magrebino da vero «gentiluomo» scende per comprare birra e panini e la giovane ne approfitta per saltar giù dall’auto e mettersi a gridare aiuto. Il nordafricano capisce di essere stato giocato, risale sulla vettura e scappa. Mentre la povera giovane telefona a un’amica che era con lei in discoteca.
Pochi istanti e partono le chiamate verso le centrali operative. Arriva un’ambulanza del 118 che raccoglie la vittima e la porta alla Mangiagalli, dove un referto confermerà poi la violenza. Arrivano alcuni equipaggi dei carabinieri che, con il primo racconto della vittima, tentano un battuta per la città, diramando una descrizione della vettura del violentatore. Tutto inutile. La boliviana trascorre la notte in clinica e ieri è stata nuovamente sentita dagli investigatori. Ha aggiunto nuovi particolari al suo racconto che appare credibile in ogni sua parte. Quindi la caccia allo stupratore riprende con ulteriori elementi.

Sul cui esito i carabinieri manifestano quel che la formula di rito definisce «cauto ottimismo».

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