Quasi 10mila incendi in 7 giorni Ancora emergenza in Campania

da Milano

Parlano i numeri di quest’Italia in fiamme. Sono stati 9.757 gli incendi su cui sono intervenuti i vigili del fuoco nella settimana tra il 31 luglio e lunedì scorso (solo l’altro ieri sono stati 619).
Si è trattato in gran parte di roghi di sterpaglie (9.217), mentre gli incendi boschivi sono stati 392 e quelli di colture agricole 148. Il maggior numero di incendi di bosco su cui sono intervenuti i vigili del fuoco si è verificato in Toscana (52), seguita da Campania e Puglia (43), Basilicata e Lazio (33), Piemonte (30), Calabria (25), Sicilia (24). Nello spegnimento degli incendi di vario tipo, nella settimana in esame, i vigili del fuoco sono stati impegnati per un totale di 5.500 ore; 362 le ore di volo degli elicotteri.
Ieri le regioni più colpite, ancora una volta, sono state la Calabria - dove si sono verificati 9 roghi, 4 spenti e 5 ancora attivi - e la Campania con 5 incendi. Il più grave quello verificatosi a Pozzuoli che ha causato anche la chiusura della tangenziale di Napoli, mentre è stato spento quello di Torre del Greco, iniziato tre giorni fa. E proprio la Calabria, con 761 incendi, e la Campania, con 604 incendi, sono le regioni più colpite dalle fiamme dall’inizio dell’anno. Unica buona notizia: «Non ci sarebbero stati spari contro l’elicottero antincendio della Regione Campania sul quale sono stati scoperti fori nel contenitore di raccolta dell’acqua». Lo ha comunicato la prefettura di Avellino, sulla base dei controlli effettuati dopo la denuncia fatta dall’assessorato regionale all’Agricoltura, che aveva segnalato l’accaduto attribuendolo a colpi di fucile esplosi in direzione del velivolo. Secondo la prefettura, invece, i fori sarebbero «da ricondursi alla normale usura del contenitore dell’acqua».
Considerando le tristi cifre quotidiane quella di ieri è stata una giornata «tranquilla». Un solo intervento per canadair ed elicotteri in Sicilia, Sardegna, Basilicata, Lazio, Umbria e Toscana. Mentre i violenti temporali abbattutisi nelle ultime ventiquattr’ore al Nord, hanno fatto rientrare gli allarmi.
Ma non sono solo piromani (persino d’importazione), gli speculatori edilizi o i contadini a caccia di nuovi pascoli gli artefici di questa «grigliata» italiana. Aveva pensato di mantenere vive le antiche tradizioni contadine calabresi compiendo uno degli atti più tipici degli agricoltori del Monte Poro, per preparare la semina per la nuova stagione G.P., 72 anni, di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia. Così ha dato fuoco alle sterpaglie rischiando di ridurre in cenere un paese. L’agricoltore dopo aver acceso gli arbusti si è infatti allontanato disinteressandosi completamente di cosa succedesse e su dove le fiamme si stessero dirigendo. Pochi minuti e quello che doveva essere solo un semplice fuoco per eliminare le erbacce del terreno, è diventato un vero e proprio rogo che ha interessato oltre 1.000 metri quadrati di terreno e che rapidamente si è cominciato ad avvicinare ad alcune case poste al limite dell’appezzamento agricolo al quale era stato dato fuoco.
La procura di Messina ha, invece, aperto un’indagine sui roghi che hanno distrutto oltre 1.500 ettari di terreni collinari a Messina e provincia.

Centinaia le foto e decine le relazioni presentate al sostituto procuratore dagli uomini della Forestale che nelle scorse settimane sono intervenuti con i vigili del fuoco per spegnere i numerosi incendi in città e provincia. Le prime indagini confermerebbero che si tratta quasi sempre di incendi di natura dolosa.

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