(...) «Vado in piazza con un tavolino, qualche sedia e un cartello: se volete fermarvi a parlare, sono qui e non costa niente - racconta -. Avevo bisogno di un permesso per occupazione di suolo pubblico, così ho fondato la onlus Due chiacchiere gratis. E ho cominciato».
Partita in sordina, la onlus conta dopo un anno quaranta iscritti a Milano, decisi a seguire le orme del fondatore. «Anche a Roma si muove qualcosa - aggiunge Sergio -: una signora mi ha telefonato per farsi dare istruzioni, ché vuole cominciare anche lei. Sono soddisfazioni che non pensavo di poter ottenere».
Gli inizi però non sono stati facili. Un individuo seduto ad un tavolo con un cartello che invita i passanti a fermarsi per chiacchierare del più e del meno genera una domanda: cosa c'è sotto? «La diffidenza è stato il primo problema - dice -, ma credo sia un problema generale. Ricordo un ragazzo, davanti al Nuovo, che non potendo seguire uno spettacolo e tentava di regalare a qualcuno i suoi biglietti perché non glieli rimborsavano. Ci ha messo un'ora, e ha trovato più persone disposte a pagarglieli invece che prenderli gratis».
Due chiacchiere, invece, non costano niente. I più attenti a coglierne il valore sono gli anziani. «È la parte prevalente dei miei interlocutori. Hanno molto da raccontare, e sempre più spesso nessuno cui raccontarlo. Sono persone con un'umanità profondissima: ne ricordo una che è stata qui un'ora e mezza a parlarmi di una vita spesa per aiutare gli altri».
Un'ora è il tempo medio di chi accetta l'invito, aperto a più persone in contemporanea. «Fino a quattro, tanti quante le mie sedie, non c'è problema. Se poi qualcuno vorrà rimanere in piedi, ben venga. A me fa solo piacere, perché mi consente di allargare lo sguardo sul mondo».
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