Quattro milioni di siciliani alle urne Il Pdl a caccia di un nuovo en plein

La sfida più incerta alle comunali di Catania, con il centrodestra diviso. A Messina scontro fra due ex sindaci. Lombardo: «Tanti segnali positivi»

da Milano

Secondo gli ultimi sondaggi, ma soprattutto stando ai risultati dell’election day del 13 e 14 aprile scorsi, la strada verso una vittoria del centrodestra è tutta in discesa. Già, perché è difficile che gli elettori che solo due mesi fa hanno tributato un successo bulgaro al Pdl abbiano improvvisamente cambiato idea. Comunque, è un test importante quello che si svolgerà domenica e lunedì prossimi in Sicilia. Alle urne, infatti, per le amministrative, sono chiamati 4.417.672 cittadini, quasi la totalità dell’isola, che dovranno eleggere i presidenti di otto province su nove (tutte tranne Ragusa), e i sindaci di ben 148 comuni, fra cui tre capoluoghi: Catania, Messina e Siracusa.
Un test importante, si diceva. La vittoria del centrodestra sembra scontata, ma il voto servirà comunque a «saggiare» il gradimento popolare. Unica incognita, l’astensionismo, che potrebbe essere pesante considerata da un lato la bella stagione, e dall’altro la «stanchezza» dell’elettore, chiamato a votare a soli due mesi dalle politiche. Certo della vittoria il presidente della Regione, Raffaele Lombardo: «I cittadini stanno cogliendo in modo positivo i provvedimenti del governo Berlusconi e quelli del governo regionale. Ci presentiamo uniti, i segnali sono positivi. I risultati verranno».
Ma vediamo la mappa delle sfide. Cominciando dalla più ricca di incognite, quella per la poltrona di sindaco di Catania. Nel capoluogo etneo, a contendersi la successione a Umberto Scapagnini (Pdl), il medico personale del premier Silvio Berlusconi, ci sono ben due candidati di centrodestra: quello ufficiale, Raffaele Stancanelli (ex An), sostenuto da Pdl, Udc ed Mpa, e un outsider di peso, Nello Musumeci, eurodeputato eletto nelle file di An poi passato a La Destra, a lungo presidente della Provincia di Catania; compatto invece il centrosinistra che corre con Giovanni Burtone, sostenuto da Pd e Pdci. Questi i principali contendenti, anche se ci sono altri cinque candidati minori. Il rischio è che si arrivi al ballottaggio, addirittura «in casa» centrodestra. A Messina (sei candidati in tutto) la vera sfida è tra due ex sindaci: Giuseppe Buzzanca sostenuto dal Pdl e il responsabile regionale del Pd, Francantonio Genovese. Infine, Siracusa: qui in corsa sono Roberto Visentin (Pdl, Mpa e Udc) e Roberto De Benedictis (Pd, Prc, Pdci, Idv, Socialisti). In corsa anche altri quattro candidati.
E veniamo alle otto province. Ad Agrigento il Pdl corre unito con Eugenio Benedetto D’Orsi, sostenuto pure dall’Udc. In frantumi invece il fronte opposto che ha ben tre candidati: Giandomenico Vivacqua (Pd), Renato Bruno (Idv, Prc e La Sinistra) e Giuseppe Arnone, in solitaria con la lista «I Democratici: rialzati Agrigento». Sfida a due a Palermo, tra Giovanni Avanti (Pdl, Udc, Mpa, La Destra e Pri) e Franco Piro (Pd, Idv, Prc e Uniti per la Sicilia). A Catania si fronteggiano il candidato del Pdl - sempre con l’Udc al seguito - Giuseppe Castiglione e quello di Pd, Pdci e Idv, il sindacalista Salvatore Leotta. Distanziati gli altri due candidati di Sinistra radicale e Forza nuova. A Caltanissetta lo scontro principale è tra Giuseppe Federico (Pdl) e Salvatore Messana (Pd), a Messina tra Nanni Ricevuto (Pdl) e Paolo Silvestro Siracusano (Pd).

Infine Enna, dove si confrontano Nino Muratore (Pd) e Giuseppe Monaco (Pdl), Siracusa (lo scontro è a due tra Nicola Bono, Pdl, e Giuseppe Zappulla, Pd) e Trapani: qui la contesa principale è tra Camillo Oddo (Pd) e Mimmo Turano (Pdl). Le urne saranno aperte domenica dalle 8 alle 22 e lunedì fino alle 15. Lo spoglio comincerà subito. Eventuali ballottaggi il 29 e 30 giugno.

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