LImpero Romano entrò nel suo periodo più buio quando anche personaggi mediocri cominciarono a capire che una scorciatoia per prendere il potere era pagare e lusingare i pretoriani e, una volta ottenuto il titolo di imperatore, conquistarsi il favore del popolino dilapidando le casse dello Stato in giochi e spettacoli. Ebbene, la situazione attuale rischia di evolversi in uno sciagurato scenario analogo, dove si inizierà comprando senatori per finire affondando il bilancio.
Vale la pena di domandarsi il perché dellindifferenza delle principali agenzie di rating allannuncio della crisi di governo e conviene prepararsi invece a severi ammonimenti qualora un esecutivo così agonizzante dovesse ottenere una striminzita fiducia, infatti i richiami sono stati preventivamente aperti oggi da Moody's, con un quadro a dir poco impietoso della situazione. È bene che si sappia che, se anche Prodi&C. si trasformassero in tante sagome di legno, la timida ripresa economica italiana non correrebbe alcun rischio, viceversa i pericoli veri deriverebbero da possibili azioni sciagurate di un esecutivo disperato.
Questi pericoli hanno un nome e un cognome e sono quattro: la riforma delle pensioni, la tassazione sui titoli di Stato, i fondi europei per la Tav e l'aumento elettorale delle spese.
L'argomento pensioni è semplice: il doveroso aumento delletà pensionabile è già legge dello Stato, quindi se a causa di un vuoto di potere non si mettesse mano alla materia, non accadrebbe nulla di male, anzi, si concretizzerebbero i risparmi peraltro già previsti nel bilancio statale. Un Prodi bis alle corde potrebbe invece annullare lo «scalone» per placare gli alleati, aprendo la strada ad una vera voragine nei conti, a tutto danno delle giovani generazioni che a parole si dice di voler tutelare.
Il secondo punto, cioè laumento della tassazione sui risparmi, è semplicemente una sciocchezza demagogica e se tutto rimanesse comè il minimo gettito mancante verrebbe più che compensato dall'aver scongiurato un'ulteriore fuga di capitali. Qui i pericoli sono minori perché è difficile che un governo alle corde come l'attuale trovi laccordo per appioppare un'ulteriore tassa inutile ed odiosa come quella sul risparmio delle famiglie.
Il terzo rischio è di banale comprensione: è probabile che in Europa i fondi per la Tav stiano già per cambiare padrone perché se anche l'alta velocità fosse in tutti e dodici i punti prodiani, nemmeno le anime più candide potrebbero illudersi di vedere un governo così debole agire con decisione qualora (come è certo) gli abitanti della Val di Susa si dovessero mettere di traverso. Non a caso Pecoraro Scanio si è affrettato a telefonare ai valligiani spiegando di non preoccuparsi che tanto si trattava della solita sceneggiata.
L'ultimo punto è il più insidioso, soprattutto perché ci sono pericolosissimi precedenti: l'ultima parte della passata legislatura gestita dal centrosinistra è stata tutta tesa ad un vano tentativo di comprarsi lelettorato con folli provvedimenti culminati nella sciagurata finanziaria 2001, l'unica mai congegnata a saldo zero sin dal preventivo e che lasciò a consuntivo un buco disastroso che solo l'abilita di Tremonti riuscì, in qualche maniera, a tamponare. Visco era nel governo allora come oggi e quindi lallarme deve essere massimo, è provato infatti che il viceministro è abilissimo nel fare la sanguisuga quando si sente forte, ma è forse più abile ancora nello scialacquare quando si sente debole.
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