QUATTROCCHI E TRE NARICI

In una città normale, un articolo come questo non sarebbe nemmeno concepibile. Così come non sarebbe nemmeno concepibile scrivere i nomi di Fabrizio Quattrocchi e di Carlo Giuliani nella stessa pagina di giornale. Eppure, succede.
Succede perchè siamo a Genova, che non è una città normale. Succede perchè viviamo in una città il cui sindaco non va ai funerali di un concittadino barbaramente ucciso.
Succede perchè viviamo in una città in cui la richiesta di intitolare una via allo stesso concittadino non merita nemmeno di essere messa all’ordine del giorno, per mesi e mesi, come testimonia oggi il nostro Diego Pistacchi.
Succede perchè viviamo in una città dove il capogruppo dei Democratici di sinistra forse non conosce l’ex responsabile Esteri del suo partito Umberto Ranieri, un gentiluomo onesto intellettualmente, e nemmeno l’ex sottosegretario Marco Minniti, che parlano un’altra lingua rispetto alla sua. Diessini intelligenti che non hanno abdicato all’abc dell’umanità e del rispetto per chi ha onorato il nostro Paese.
Succede perchè viviamo in una città dove l’opposizione è ridotta così: ai funerali di Quattrocchi è andato un solo deputato ligure, Giorgio Bornacin di An. E poi, gli esponenti della Casa delle libertà che hanno speso una parola per il «caso Pericu» (perchè questo, a tutti gli effetti, è un caso Pericu) si contano sulle dita di una mano: il capogruppo di An in Comune Gianni Bernabò-Brea, il primo a chiedere l’intitolazione di una via; i consiglieri regionali Gianni Plinio (An) e Matteo Rosso (Fi), sempre loro, gemelli siamesi della coscienza civile e della capacità di pensare non a sinistra in questa città; Lorenzo Zito, vicecapogruppo azzurro in Provincia, sempre ottimo e abbondante e Roberto Bagnasco, a nome del comitato regionale di Forza Italia. Gli altri, silenzio. Probabilmente troppo impegnati a correre dietro a finte notizie di altri giornali, gli unici che leggono, se leggono. Questa è la situazione del centrodestra in questa città.
Insomma, non siamo in una città normale. E, soprattutto, non siamo in una città con un grande sindaco come Walter Veltroni che, a poche ore dal filmato su Quattrocchi, ha immediatamente portato nella commissione toponomastica di Roma la richiesta di intitolargli una strada della Capitale. Con parole semplici: «È giusto onorare questa memoria, nel modo in cui può farlo una città».
Veltroni è diessino, come Pericu; guida una giunta di sinistra-centro, come Pericu; ha i poteri di un sindaco di una grande città, come Pericu.

E allora perchè a Genova è tutto più difficile? Perchè dedicare una via deve diventare un affare di Stato? Perchè i Ds ci mettono in mezzo Carlo Giuliani?
Domande che dedichiamo alla nostra gentilissima lettrice che ci ha chiamato in lacrime l’altro giorno, chiedendo di fare qualcosa per Fabrizio. Combatteremo fino in fondo per avere risposte degne.

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