Quegli spot italiani nel fango britannico

Le 14 pagine speciali dedicate all’Italia sull’ultimo numero dell’Economist rappresentano il tema della copertina stessa del settimanale inglese che, come ormai noto, definisce Silvio Berlusconi «L’uomo che ha fregato un intero Paese». E con un’introduzione del genere, l’ipotesi che il servizio interno potesse essere un inno al Belpaese appariva improbabile. E così è stato, anche se nel suo complesso il tono è meno pesante di come la copertina potesse far pensare, a conferma del valore politico della scelta dell’Economist. Ma proprio per questo non è stato facile raccogliere inserzioni pubblicitarie: di norma dentro a pagine di questo tipo si trova le pubblicità di operatori interessati al Paese di cui si parla. Ma certo, quando poi se ne parla male, il contenitore diventa meno attraente.

Così, su 14 pagine, non una banca italiana, non un’assicurazione. Unici due eroici inserzionisti sono, con due mezze pagine, l’Università Bocconi di Milano; e con una mezza «il Salviatino», società che vende appartamenti di lusso a Firenze. Fine.

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