Dopo il caso Ruby si fa un gran parlare di cosa all’estero si pensi dell’Italia. Il dibattito si infiamma e Stenio Solinas ci ha dato con sottigliezza la sua opinione su queste pagine.
A scuotere i nostri animi patriottici è stata la tv franco-tedesca Arté che in un
reportage sull’Italia berlusconiana ci ha messo in mutande. Chi però lo ha visto dice che è una fresconata, infarcita di antiberlusconismo di maniera che anziché fotografare l’Italiane fa la caricatura. Pare che ci dipinga in massa fascisti e delinquenti, guidati da un capocosca.
Non ho mai stravisto per le opinioni che un popolo dà di un altro.
Sono frutto di pregiudizi e svelano più la mentalità di chi le formula che quella di chi le subisce. Naturalmente dipende da chi parla. Se oltre ad aprire bocca ha pure testa, puoi divertirti. Una volta Arthur Schopenhauer disse: «Le altre parti del mondo hanno le scimmie, l’Europa ha i francesi ». Spassoso. Il filosofo non è stato tenero neanche con noi, pur amando l’Italia.Ci considerava allo stesso tempo impudenti e vili, pusillanimi e boriosi: «Gente malfamata che ha volti così belli e animi così cattivi »; «parlano in strada con voci orribili. Ma a teatro trillano a meraviglia».
Oggi, purtroppo, al brillante Arthur si sono sostituiti nel farci le bucce i corrispondenti esteri di stanza in Italia. Ai loro scritti badano soprattutto i politici pensando di trarne lumi. Perdono tempo.
È rarissimo, infatti, che lo sguardo degli inviati stranieri abbia l’originalità e la freschezza che ci si aspetta da una persona che viene da fuori. Dico rarissimo per cortesia, in realtà mai letto nulla sulla stampa estera che non fosse già stradetto da quella italiana. Sola eccezione l’economia dove spesso lo straniero ottiene scoop e inediti. Questo dipende, credo, dallo snobismo dei
tycoon italiani che si ringalluzziscono se a intervistarli sono
Le Monde o la Faz anziché uno
dei quotidiani italioti di cui sono azionisti. Per il resto, il corrispondente straniero è a rimorchio della stampa nazionale, non solo per le notizie, che è logico, ma anche per l’interpretazione, il che è deludente. La circostanza lo rende quanto mai inutile ai miei occhi di italiano. Lui arriva qui con tutto il bagaglio di pregiudizi, vecchi talvolta di secoli, che nel suo Paese hanno su di noi.
Alcuni esageratamente favorevoli: il belpaese, la brava gente, l’ingegno vivace ecc. Altri immarcescibilmente negativi: chiassosi, imbroglioni, corrotti ecc. L’ultimo luogo comune è quello del Berlusca mascalzone o, tutt’al più, marziano che dovrebbe risalire sul disco volante e sparire. Il corrispondente che si attiene a questo breviario, non va oltre il palmo di naso e se, putacaso, in Italia accade qualche novità nemmeno se ne accorge. Se poi vuole andare controcorrente, si censura perché non è quello che i suoi lettori si aspettano da lui. Questo spiega gran parte dell’antiberlusconismo stantio delle corrispondenze estere. Nessuno che ci metta il cervello, analizzi la reale situazione italiana e spieghi perché da lustri gli italiani continuino a votare il Cav nonostante trappole e scandali.
Ne verrebbe un quadro inedito dell’Italia: quello di un Paese desideroso di molte libertà che solo il Berlusca promette e che i suoi avversari boicottano.
I corrispondenti non capiscono un’acca di politica italiana e neanche ci provano. In parte è giustificabile. Il nostro linguaggio è ambiguo. Parliamo di Giustizia e invece ci riferiamo all’ingiustizia della Giustizia. Per molti di noi un magistrato è un pm assatanato o una toga alla Nicoletta Gandus che su internet maciulla l’imputato che dovrà giudicare ecc. Per un tedesco, un giudice è un giudice, ossia un pacato signore al disopra delle parti. E allora quando dovrà riferire del Cav che si rifiuta di farsi giudicare, il tedesco, avendo in testa la sua idea perfettina di giudice, scriverà un articolo indignato, dimostrando di non avere capito niente di ciò che accade in Italia. Di equivoci come questi che scavano un fossato tra noi e l’osservatore estero - si potrebbero scrivere volumi. Limitiamoci a dire che, brancolando nel buio ma dovendo anche scrivere, l’inviato ha una solo strada: scegliere il giornale italiano cui ispirarsi.
Per illustrare ai connazionali un Paese labirintico vuole essere chiaro e netto. Accantonerà perciò i giornali sfumati tipo Stampa o Messaggero e anche il Corsera troppo loffio. Gliene restano due fortemente schierati, Repubblica a sinistra, il Giornale a destra.
Il corrispondente tipo escluderà il Giornale , non solo perché vicino al Berlusca che è il demonio, ma anche perché se il mondo va a destra, l’opinione resta di sinistra. E poiché lui è politicamente corretto preferirà Repubblica , l’Espresso ,Annozero di cui ricalcherà corrispondenze e panzane.
E l’immagine dell’Italia girerà il mondo in base al pennello degli Scalfari e dei Santoro.
Ovviamente questa pigrizia non è encomiabile, ma l’inviatoestero non avrà rimorsi di coscienza. Sforzarsi di capire l’Italia al di là del macchiettismo, per lui è tempo sprecato. Gli italiani sono immoti, inassimilabili, ingovernabili. Bisognerebbe, vivaddio, cambiarli! Questo è, in fondo, quello che pensa lo straniero che ci osserva. Tant’è che la stampa estera ha sempre auspicato per noi quello che non avrebbe mai voluto a casa propria.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.