Cultura e Spettacoli

Quei due film (identici) sulla star del porno Lovelace

Hollywood senza idee: l’attrice diventata famosa per Gola profonda sarà interpretata dalle star emergenti Amanda eyfried e Malin Akerman

Quei due film (identici)  sulla star del porno Lovelace

Due «gole profonde» costrette a inghiottire la crisi di Hollywood.
È il mondo del porno, con la sua star Linda Lovelace (1949-2002) nata Boreman, a rinvigorire i fiacchi studios di Los Angeles, ora alle prese col doppio biopic su Deep Throat, la «gola profonda» regina della scena Usa a luci rosse. Ed è puro ritorno ai Settanta, tanto per cambiare, quando femministe e figli dei fiori buttavano la propria carne sui letti, chiedendo amore, non guerra. Tra l’altro, con l’ingresso recente di Demi Moore nel cast di Lovelace, il porno-biopic numero uno - 10 milioni di dollari il budget, cast brillante e regia solida -, è arrivato un tormentone: non è strano che Demi, dopo essersi tolta tutto in Striptease, nei Novanta, ora vesta i panni della femminista Gloria Steinem? Il fatto è che la Steinem, tuttora in prima fila con Occupy Wall Street, è un’icona per il Movimento di Liberazione della Donna, ormai defunto. Da pioniera classe ’49 del Woman’s Lib, la Steinem ha cavalcato la tigre dell’insoddisfazione femminile tra i Sessanta e i Settanta, scrivendo libri e manuali di auto-liberazione molto popolari e fondando la rivista femminista Ms. Fu Gloria a convincere Linda di essere diventata un’attrice porno in quanto vittima del marito violento, Chuck Traynor.
Adesso che in rete circolano le prime foto di Lovelace, regia di Rob Epstein e Jeffrey Friedman, si capisce che c’è un’altra forzatura. Amanda Seyfried, la dolce Sophie del musical Mamma mia!, ovvero la biondina della porta accanto, è diventata la Lovelace. E dovrà combattere contro una madre pessima, ovvero Sharon Stone, pronta a mandarla sul marciapiede e a darla in adozione. Vabbè: qualcuno doveva pur raccontare la vera storia di Linda, alla quale il dottor Harry Reem (Adrian Brody, nel film) spiegò l’esatta posizione del suo clitoride: in gola. Intanto, i fan della Seyfried non gradiscono e quelli della Steinem detestano che la scandalosa Moore vada a toccare la loro santa. La fondatrice di Ms, poi, nella finzione cinematografica duellerà con il fondatore di Playboy Hugh Hefner (James Franco) e sarà nudo contro impegno, rivista porca contro mensile serio.
Punterà sui nudi, invece, e parecchi, Inferno: A Linda Lovelace Story, subito in lavorazione dopo l’annuncio dell’altro biopic. E qui il regista Matthew Wilder, sconosciuto indipendente, ha già dato il suo biglietto da visita, scatenando i pettegolezzi su Lindsay Lohan, inizialmente prescelta come protagonista e poi scaricata, perché inaffidabile. Eppure, pareva perfetta, anche fisicamente, per quel ruolo maledetto.
A rimpiazzarla, ecco l’emergente Malin Akerman, qui maritata con Matt Dillon in cerca di rilancio.

Basato sull’autobiografia della pornostar, appunto Inferno, questo biopic è tagliato sui gusti di chi ama le luci rosse: più sesso e meno riflessioni socio-politiche. Le due Linde approderanno in sala quasi contemporaneamente, a fine anno e, a questo punto, la domanda è: c’è un pubblico disposto a vedere entrambi?

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