Anche i messaggi damore che in questi giorni si sono scambiati Luca Cordero di Montezemolo e Sergio Marchionne sono da interpretare come un forte segnale di cambiamento allinterno della Fiat. Per la prima volta, da un quarto di secolo a questa parte, i vertici del gruppo torinese sembrano aver trovato il modo di andare daccordo. E hanno tutta la voglia di farlo vedere. Come non ricordare i dissidi che hanno caratterizzato le gestioni Romiti-Ghidella, Romiti-Garuzzo, Agnelli-Romiti («è ora che cominci a pensare allazienda, invece che ad altre cose», disse lAvvocato intervistato da Pierre Salinger, ex portavoce di John Fitzgerald Kennedy) e Fresco-Cantarella. Tutte situazioni che, in un modo o nellaltro, hanno finito per condizionare il funzionamento del sistema Fiat.
Ma anche sulla gestione Montezemolo-Marchionne è stata avanzata, in più occasioni, lipotesi di dissapori tra i due top manager. E per sgomberare il campo da ogni residuo dubbio lo stesso ad, lo scorso fine settimana, ha dichiarato platealmente di avere un grandissimo rispetto per le capacità del presidente e per quello che è riuscito a fare alla Ferrari, per quello che ha fatto in Confindustria e per quello che sta facendo per la Fiat. «I pettegolezzi - ha liquidato largomento Marchionne - non significano niente». Per tutta risposta Montezemolo ha elogiato lad descrivendolo come «un uomo straordinario, forte e determinato». E cè anche chi ha visto, nellabbraccio tra i due al recente incontro con i dirigenti del gruppo, un momento di vera commozione.
Del resto Montezemolo e Marchionne sono sicuramente complementari. Da una parte cè un presidente molto attento allimmagine e con un peso politico non indifferente, dallaltra un ad concentratissimo sullazienda, su cui ha carta bianca, e per nulla incline a frequentare salotti, politici e vip di vario tipo.
Quei messaggi damore tra Luca e Sergio
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