Il sottosegretario Li Gotti fa precisazioni di contorno che, per la maggior parte, non hanno rapporto col mio ritratto. Prendo certamente atto che tra lui e l'on. Franco Servello c'è totale estraneità. Lo stesso fa infatti sapere l'ex parlamentare di An con una sua lettera. È così confutata una (innocua) diceria di partito. Provo a rispondere sul resto. Ho scritto anche io della partecipazione di Li Gotti ai processi di Piazza Fontana e Calabresi. Ho però rilevato che non lo ha fatto da difensore ma come parte civile (fiancheggiatrice del Pm).
Mai detto che Li Gotti fosse tra i resistenti di Villa San Giovanni nel '43 (quattro anni prima della sua nascita!). Ho scritto che lo era il socio dello studio di Crotone dove Li Gotti si è fatto le ossa. Non mi sono addentrato nei criteri seguiti da Li Gotti per le sue parcelle di avvocato dei pentiti di mafia. Ho solo detto che a pagarlo era il Servizio Protezione con fondi riservati. Ho aggiunto che, stando ai si dice, ha guadagnato molto. Lui replica che tutto è nelle sue denunce dei redditi. Continueremo a stare ai si dice.
Infine, l'«inquietante» storia Gregori. Stia tranquillo, il sottosegretario. Ignoravo il suo fuggevole incontro e la «non coltivata idea» di unirsi in uno studio con Gregori. So solo - e lo sa mezzo foro romano - che Li Gotti ha condotto cause in unione o per conto di Gregori.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.