Quel deposito milionario non è a norma

Marcello Viaggio

Trentatré milioni di euro. Tanto aveva ricevuto l’Atac dalla giunta Marrazzo lo scorso novembre, come contributo alle spese per completare il nuovo deposito di Tor Pagnotta e l’annesso nodo di scambio. Ma all’interno la rimessa delle vetture a metano, determinante per il piano di riconversione di tutti gli autobus a gasolio di Trambus, malgrado questa montagna di quattrini risulterebbe fuori norma. Non rispetterebbe la legge 626, che garantisce la sicurezza dei dipendenti. Il deposito è entrato in funzione solo di recente. A regime, probabilmente dal prossimo settembre, dovrebbe ospitare circa 120 moderni bus a metano e 360 conducenti. «Ma il deposito non è a norma», denuncia il capogruppo regionale della Lista Storace, Fabio Desideri: «Lo scorso 22 febbraio - spiega - è stato oggetto di un sopralluogo da parte dei Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (Rls) sui luoghi di lavoro di Trambus. Al termine delle verifiche, i due responsabili della Rls hanno redatto un documento, inviato due giorni dopo all’azienda, dove evidenziavano nero su bianco undici anomalie». Lo stesso Desideri elenca le incongruità più rilevanti riportate sul documento: «Su tutto il perimetro della rimessa non sono presenti gli idranti; non sono affisse le planimetrie dei piani di evacuazione relativi all’antincendio; nel magazzino non è stato installato l’impianto di climatizzazione; sono presenti in molte parti dell’edificio infiltrazioni d’acqua; nel reparto carrozzeria non è presente l’impianto di climatizzazione; la viabilità è carente per segnaletica verticale, sul piazzale non sono presenti gli attraversamenti pedonali e su tutto il parcheggio non sono presenti i camminamenti tra gli stalli e tra le corsie di scorrimento delle vetture». E la note dei due responsabili interni della sicurezza si conclude con l’invito «a voler provvedere alle sopra citate anomalie in data anteriore all’accesso del personale presso il deposito». Il documento è stato spedito ai dirigenti di Trambus e del deposito di Tor Pagnotta esattamente il 24 febbraio. Sono passati tre mesi e mezzo. «Bene, a quanto sembra – afferma Desideri – da allora nulla è accaduto. La vicenda merita un approfondimento, perché c’è in gioco la salute e la sicurezza di centinaia di lavoratori del trasporto pubblico locale che, a parole, ma solo a parole, le amministrazioni di sinistra dicono di tutelare e di voler valorizzare. Ma ci sono sul piatto anche tantissimi milioni di euro - prosegue il capogruppo della Lista Storace - che la Regione Lazio, come prassi, ha stanziato a beneficio del Comune di Roma, quindi di Atac (azienda che gestisce la rete dei trasporti pubblici) e Trambus (società che ha a carico il personale)». Lo scorso novembre, per completare la struttura di Tor Pagnotta e l’annesso nodo di scambio, la Giunta regionale, su proposta dell’assessore ai Trasporti Fabio Ciani, aveva stanziato oltre 33 milioni. Esattamente 33.486.646,66 euro. «Una verifica attenta di come venga speso questo denaro proveniente dalle tasche dei cittadini - rimarca ora Desideri - non guasterebbe di certo.

Non vorremmo che quella che adesso appare come una cattedrale nel deserto, con grosse problematiche per i lavoratori, fosse solo il risultato, frettoloso e improvvisato, di un taglio di nastro preelettorale, che ormai ha esaurito la sua funzione. Con buona pace dei romani». E delle tasche dei contribuenti.

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