D iciamoci la verità: ci sono persino individui che i cani li detestano. Può darsi che se a codesta genia appartengono amici, familiari o addirittura il vostro partner, abbiate bisogno di qualche argomento convincente per farvi seguire fino a Fiera Milano City oggi e domani ad ammirare gare e spettacoli dell'Esposizione Internazionale Canina, in cui terrier e bassotti, cani da ferma e riporto, levrieri e bovari si mettono in mostra in tutta la loro abbaiante bellezza, in una competizione estetica che nulla ha da invidiare per nobiltà, antiche radici e snobismo ad una più tradizionale mostra d'arte frequentate nei fine settimana milanesi.
Provate allora a rammentare a costoro di quanto si divertano come matti, si appassionino alla vicenda o s'inteneriscano fino alle lacrime quando il cane è un cartoon o un fumetto, un eroe del cinema o della tv, il personaggio con più fiuto di tutti in un romanzo giallo o un morbido peluche. Insomma, nonostante ogni tanto si ritrovi vacillante sotto l'assalto magari del topo, da Mickey Mouse a Stilton, da sempre nella storia l'insostenibile pesantezza - per taluni - del cane reale si trasforma in preziosa risorsa narrativa quando il migliore amico dell'uomo diventa fiction. L'elenco? Infinito: tutti i dalmata de La carica dei 101, Beethoven, Tequila e Bonetti, Lilli e il Vagabondo, Balto, tanto per dirne qualcuno, e poi i classici nel cuore di tutti, come Zanna Bianca, Lassie, Rin Tin Tin. Ma non dimenticate la Pimpa - chi non l'ha letta da bambino? Solo chi era già troppo adulto - Braccobaldo, Pluto, Scooby Doo e l'immancabile bracchetto (ops, «beagle») Snoopy autore della «Storia del Mondo» che metterà un punto ai dubbi dei non-cinofili: «I vulcani eruttarono. Gli oceani ribollirono. L'universo era in tumulto. Poi venne il cane».
Se poi tra i restii si nasconde un appassionato d'arte o storia, abbaiate la vostra erudizione cinofila: le primissime rappresentazioni dei cani spaziano dalle scene di vita quotidiana, in cui accompagnano uomini e dei, all'incarnazione di personaggi simbolici ed allegorici - l'egiziano Anubi e Cerbero diventano i traghettatori ed i custodi delle anime dei defunti nell'aldilà e figure di cani incarnano vizi di uomini, eroi e dei come la dissolutezza e le passioni e virtù come fedeltà e coraggio. Sia nella cultura egiziana che in quella greco-romana i cani, simbolo di fedeltà, erano scolpiti, in alternativa a leoni e grifoni, a guardia di cinte murarie, porte cittadine, palazzi, templi e tombe.
Qualche esempio più recente? Il caso più eclatante di tutti è l'ultima storia di amicizia tra uomo e cane ad aver fatto il giro del mondo: Io e Marley (Sperling&Kupfer), 6 milioni di copie vendute soltanto negli Stati Uniti per il memoir semigiornalistico di un perfetto sconosciuto, John Grogan, che narra 13 anni di vita trascorsi con un labrador giallo che mangia collane, distrugge materassi e strappa strazianti singhiozzi al momenti della fine.
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