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Quel placcaggio troppo duro che scuote il mondo del rugby

Fino a che punto è lecito portare l'asprezza nel contatto fisico? La squalifica al sudafricano Bakkies Botha per avere rotto una spalla al pilone del Galles e dei Lions Adam Jones spacca il mondo della pallaovale

Quel placcaggio troppo duro che scuote il mondo del rugby

Okay, è uno sport di contatto fisico, su questo non c'è dubbio. Ma il livello di asprezza degli scontri, soprattutto nel grande rugby internazionale, sta raggiungendo livelli preoccupanti. Tra gli addetti ai lavori serpeggiano preoccupazioni ad alta voce sulle conseguenze che il sovrasviluppo fisico dei giocatori rischia di portare con sè. Ed ora esplode un caso che sembra fatto apposta per catalizzare le divisioni tra i teorici dello scontro a tutti i costi e i teorici del «calmiere» alla violenza.
Succede tutto a Pretoria, sabato 27 giugno. La nazionale sudafricana, gli Springboks, affrontano i British and Irish Lions, la supersquadra formata dal meglio dell'Europa di lingua inglese. É una partita che anche osservatori avvezzi al rugby più fisico definiscono «brutale»: poche finezze, tanti scontri frontali tra i giganteschi pacchetti di mischia. Ed è nel corso di uno di questi scontri intorno ad una ruck - un raggruppamento con il pallone al suolo - che Bakkies Botha, seconda linea sudafricano, entra come un camion sul pilone dei Lions, il gallese Adam Jones. Jones è un colosso che sembra uscito da Bravehart, barbuto e capelluto. Ma l'entrata di Botha è terrificante, gli spezza i legamenti della spalla e gli sposta l'osso dalla sede. Botha lascia il campo con una smorfia di dolore in faccia. Per l'arbitro è tutto regolare. É il rugby, bellezza.
Invece due giorni dopo, esaminato il filmato dell'incontro, la federazione internazionale mette sotto accusa Botha per gioco violento e gli infligge due settimane di squalifica, impedendogli così di disputare l'ultimo dei tre test match tra i Lions e gli Springboks. Il Sudafrica insorge, fa appello, e lo perde. Il 4 luglio, a Johannesburg, tutta la nazionale sudafricana scende in campo con una fascia al polso che reca la scritta «Justice 4». Il 4 è il numero che porta sulla maglia abitualmente Bakkies Botha, lo squalificato. «Questa è una decisione che rischia di cambiare la natura del rugby», dichiara il capitano degli Springboks, John Smit. «La dinamica dell'incidente che ha portato alla sospensione di Botha fa parte di ogni partita di rugby. Purtroppo, Jones si è fatto male solo perchè aveva il braccio bloccato nella ruck».
La ribellione dei compagni di Botha non resta senza conseguenze. La federazione internazionale oggi ha annunciato l'apertura di un procedimento disciplinare contro gli Spirngboks.

«Il loro comportamento dimostra una chiara mancanza di rispetto verso le procedure disciplinari e lo fa in modo da rovinare, o rischiare di rovinare, la reputazione del gioco del rugby».

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