nostro inviato a Catanzaro
O lo stimi o lo detesti. Una via di mezzo non c'è. Il pm Luigi De Magistris da anni divide l'opinione pubblica e la stessa magistratura locale e nazionale. I suoi metodi, un po' come per l'amico Henry John Woodcock (col quale condivide inchieste sulle logge segrete e le toghe sporche) non piacciono ai colleghi che puntualmente gli annullano arresti e sequestri, agli indagati che lo denunciano in ogni sede, alla politica che il sostituto procuratore colpisce trasversalmente. Passa per eroe, ma anche per esaltato. Incrimina il suo procuratore capo come il capo del governo, il segretario dell'Udc come i vertici dell’Ulivo regionale. Rilascia interviste contro un palazzo di giustizia infetto e fa le inchieste, così gli viene contestato, facendo trapelare in edicola qualsiasi atto coperto dal segreto. I fans giurano che non guarda in faccia a nessuno, i suoi detrattori si dicono invece convinti dell'esistenza di un Grande Vecchio che lo tutela sempre e comunque, quando incrimina mezza giunta Loiero o quando scivola pericolosamente arrestando giornalisti e avvocati perbene nel medesimo procedimento per mafia (lui che dovrebbe occuparsi solo di reati contro la pubblica amministrazione) dove ha incautamente indagato i deputati di An, Angela Napoli e Giuseppe Valentino, prosciolti poi per l'inesistenza del fatto contestato.
È un uomo solo, solissimo, questo De Magistris. Le varie anime sindacali di categoria hanno iniziato a scaricarlo. Magistratura Indipendente il 2 aprile ha vergato un comunicato al curaro, per non dire della sezione distrettuale dell'Anm che s'è appellata finanche al presidente della Repubblica e al Guardasigilli affinché valutino se prendere provvedimenti verso il pm kamikaze che «sta generando grave discredito e turbamento nella magistratura catanzarese mettendo in crisi la credibilità stessa della magistratura e della funzione giudiziaria».
Se De Magistris da un lato è perennemente sotto osservazione del Csm in relazione ai cinque fascicoli pendenti a suo carico, dall'altro può dormire sonni tranquilli perché dopo l'incriminazione del Professore è più blindato che mai: un’eventuale iniziativa disciplinare suonerebbe come una ritorsione ordita da Palazzo Chigi. Oltre all'imbarazzante inattività al Csm quattro sono i procedimenti che galleggiano alla procura generale presso la Cassazione, uno corre spedito alla procura di Matera, tre sono in lavorazione a Salerno dove di recente s'è visto Arcibaldo Miller, il capo degli ispettori ministeriali di Mastella. Nella città campana, competente a indagare sui magistrati di Catanzaro, De Magistris è parte lesa per aver denunciato il procuratore Mariano Lombardi (quello corso a smentire l'iscrizione di Prodi) che è indagato per abuso d'ufficio avendo avocato a sé l'indagine «Poseidone» nella quale - sostiene De Magistris - spunta come socio di un indagato un parente strettissimo proprio di Lombardi. In un procedimento collegato, scaturito dagli esposti dell'avvocato-senatore di Forza Italia, Giancarlo Pittelli, il pm risulta iscritto lui stesso sul registro degli indagati. Uno a uno.
De Magistris, dalla sua, ha la stampa locale eccezion fatta per il solitamente ben informato quotidiano «Calabria Ora» che nel criticare il sostituto per l'ultima ondata di perquisizioni parlò di «consolidamento delle prospettive di vittoria del gruppetto togato-insurrezionalista che si raduna ogni tanto in un piratesco ristorante lamentino».
Dalla sua De Magistris ha anche svariati comitati cittadini e blog che non spiccano per garantismo. Ha spezzoni di forze dell’ordine che lo seguono adoranti perché «il dottore è uno che lavora come un mulo, uno che ci mette la faccia», uno che però li mette anche in imbarazzo obbligandoli a indagare su alti ufficiali del loro stesso corpo. Dalla sua non ha, invece, tutti coloro (e sono tanti) che sono entrati e usciti dalle sue maxi inchieste sfociate in archiviazioni o in proscioglimenti. Un lungo elenco di infortuni giudiziari, all'attenzione di varie procure e del Csm, l'ha stilato il senatore Pittelli, e prim'ancora l'ex senatore di An, Ettore Bucciero. Nome per nome, caso per caso, abuso per abuso: dai grandi nomi della politica alla professoressa Rosa Felicetti arrestata senza i presupposti di legge per aver assunto una badante extracomunitaria.
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