Scorrendo le pagine del programma elettorale del Partito democratico non mancano certo argomenti e intenzioni che coincidono con alcune istanze del mondo cattolico, in particolare per quanto riguarda il sostegno alle famiglie. Ma lattenzione è attratta da quei due punti che toccano temi «eticamente sensibili».
Il primo riguarda il testamento biologico. Sotto il titoletto «Per lautodeterminazione del paziente» si legge: «Il Pd riconosce il diritto inalienabile del paziente a fornire il suo consenso ai trattamenti sanitari a cui si intende sottoporlo, così come previsto dalla nostra Costituzione e dalla Convenzione di Oviedo.
Il Pd si impegna inoltre a prevenire laccanimento terapeutico anche attraverso il testamento biologico». È noto come la pensino molti esponenti del partito sullargomento. I vescovi italiani temono che il testamento biologico possa portare a una «deriva eutanasica di fatto», come ebbe a dire il segretario della Cei Giuseppe Betori un anno fa. La preoccupazione è, aggiungeva, «la non distinzione tra pratiche mediche e eutanasiche e cure del paziente»: se si considera per esempio lalimentazione o la respirazione come una «cura» della persona, e non un trattamento che va assicurato per permetterne la sopravvivenza, «si apre la strada alleutanasia». Il segretario della Cei aveva anche osservato che cè anche «il problema molto complesso del rapporto medico-paziente e della autonomia del medico»: «La volontà del paziente non può imporsi sul medico, e restano interrogativi sullintraprendere questa strada».
La presenza nel Pd di una pattuglia proveniente dal Partito radicale ha impensierito ulteriormente il mondo cattolico proprio in relazione a questi temi, sui quali le due visioni divergono, e di molto.
Laltro punto problematico riguarda i «Diritti della persona che convive stabilmente». «Il governo del Pd si legge nel programma del partito di Veltroni promuove il riconoscimento giuridico dei diritti, prerogative e facoltà delle persone stabilmente conviventi, indipendentemente dal loro orientamento sessuale». È noto il dibattito suscitato dal disegno di legge del governo Prodi in favore delle unioni di fatto e delle coppie gay quello sui Dico che la maggioranza non è riuscita a concretizzare. Il punto preciso del programma del Pd impensierisce chi considera essenziale la difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna e non considera il riconoscimento delle coppie di fatto come unemergenza per il Paese.
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