Quel viaggio in aereo col braccio fuori dal finestrino

Ero in Argentina, avevo giocato a Buenos Aires, poi a Mendoza. Da lì dovevo andare a Cordova... Assieme a me c’erano Gordon Forbes, tennista sudafricano... Ronnie Barnes e Luis Arilla... Troviamo una macchina che ci porta all’aeroporto. Arriviamo in un campo sterrato, dove razzolavano le galline... Chiediamo: «È questo l’aeroporto?». Il tipo che stava lì, più che un responsabile sembrava un contadino, fa segno di sì! «L’aereo quando arriva?». E lui: «Eh. Non si sa! L’aereo arriva quando arriva». Dopo poco compare un Dc3. Fa un giro. Atterra... Sento la voce del pilota, che stava col finestrino aperto e il braccio fuori: «Ah Pietrangeli... Sali! Mettete a sedè qua, vicino a me!». Io salgo sull’aereo e lui si presenta: «Ciao, io so’ Romolo». Titubante gli chiedo: «Ma il secondo pilota?». E lui: «Ma quale secondo pilota!». Poi mi racconta: «Anni fa mi sono comprato questo vecchio aeroplano e ora faccio il percorso dell’autobus. Però un po’ più veloce!».

Faceva: Santa Fè, Mendoza, Cordova e ritorno. «Hai degli orari?». «Ma quali orari! Qua siamo in Argentina. Allacciati che partiamo». Poi aggiunse: «Ti spiace se lascio il finestrino aperto?». Romolo fece tutto il viaggio con il braccio fuori.

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